"So cosa vuol dire giocare davanti agli 80.000 di San Siro. Voglio una bolgia. Crediamoci, tutti insieme". Così Antonio Candreva, via social, ha provato a suonare la carica in vista di una delle partite più importanti della storia recente della Nazionale italiana: il playoff di ritorno contro la Svezia. Lo scenario sarà quello dello stadio che più rappresenta l'Italia nel mondo, un San Siro che si prepara a diventare ancora di più, se possibile, iconico per il nostro calcio. 

Candreva ci gioca ogni due settimane sul quel prato, e dovrà trasmettere quanto fa con il nerazzurro indosso, in Azzurro. Non sarà però il solo: scalpita per una maglia da titolare anche Roberto Gagliardini, altro nerazzurro presente nella squadra di Ventura. Certamente non ha fatto rimanere i più a bocca aperta per il suo inizio di stagione, ma nell'Inter di Spalletti sta dimostrando di essere un giocatore solido e i suoi centimetri possono diventare molto preziosi in una sfida, quella contro la Svezia, che sarà decisa anche, se non soprattutto, sotto l'aspetto fisico. Due titolari senza dimenticare Eder, sempre tra i primi cambi di Ventura, lui che ha firmato l'ultima vittoria dell'Italia contro la Svezia e l'ultimo gol a San Siro, il tap-in valido per l'1-1 tra Inter e Torino. Un risultato che sancirebbe però l'eliminazione e quindi il fallimento dell'Italia, ma sorprese da lui possono lo stesso arrivare. Senza dimenticare D'Ambrosio, convocato sì ma ancora ampiamente ai margini della Nazionale. 

L'Inter in passato ha spesso sofferto San Siro: un pubblico che non ha mai fatto mancare il suo apporto a livello numerico anche nelle stagioni più deludenti, ma che al tempo stesso non ha mai nascosto i propri malumori, fischiando anche pesantemente la squadra quando non soddisfatto. In questa nuova stagione però, timonata da Spalletti, la Milano nerazzurra ha scoperto di nuovo la gioia di andare allo stadio: oltre 71mila spettatori ne luch match contro il Torino, già 60mila tagliandi venduti (a una settimana) per la partita contro l'Atalanta. Uno stadio che vuole riprendersi la sua posizione nel calcio mondiale, che vuole tornare a vestire la veste che ha sempre avuto. Servirà tingere di Azzurro uno stadio che in nerazzurro sta regalando solo gioie, spingendo la propria squadra con una passione che non he eguali, a livello numerico, in Italia. E Candreva e Gagliardini, due abituati ad avere San Siro dalla propria parte, saranno protagonista di quei 90' di lunedì che si preannunciano tragici e passionali. Loro che di San Siro hanno conosciuto le due facce: quella dei fischi duri che entrano nella pelle di un calciatore; e quella dell'entusiasmo che sa trasformare 80mila posti nel giardino di casa, conosciuto e amato in ogni suo filo d'erba. 

Una serata, quella di lunedì, che entrerà nel nostro calcio, comunque vada: da apocalisse (come detto da Tavecchio) o da pericolo sfiorato che può generare nuovo entusiasmo. Per farlo ecco che non può esserci scenario migliore di San Siro con dei nerazzurri in campo da protagonisti. Per una Italia Mondiale serve trasformare il Meazza da nerazzurri ad azzurro, per renderlo un gran bel biglietto aereo verso Russia 2018.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 13 novembre 2017 alle 00:10
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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