Mark Iuliano, ricordato con non troppo piacere dai tifosi interisti per quel famigerato 26 aprile al Delle Alpi, si è raccontato in una lunga intervista senza peli sulla lingua sul canale Instagram del giornalista Nicolò Schira durante la quale è tornato proprio su quegli aneddoti non così simpatici ai nerazzurri, rivelando delle piccole curiosità neanche così note. L'avversario più forte che ha incontrato? Proprio il Fenomeno, lo stesso di quel famoso 'contatto' passato alla storia: 

L'avversario più forte che hai affrontato?
"Ronaldo, il Fenomeno era qualcosa di incredibile. Sopratutto l’anno all’Inter anche se l’ho marcato pure a Madrid quando era al Real. Ronie era impressionante e magnifico: quando lo vedevo in tv, tifavo per lui. Era fantastico vederlo giocare. Nel 97/98 era imprendibile...".

Su quel rigore, ricorda: 
"Fra due giorni sono 22 anni da quel giorno. Non passa un giorno che qualcuno non me ne parli. I primi anni mi dava un po’ fastidio che ci si ricordasse di me solo per quell’episodio e non per 15 anni di carriera in Serie A incredibile in cui ho vinto tutto. Con Ronaldo ci siamo incontrati diverse volte e ci abbiamo scherzato tu. Capisco la rabbia degli interisti in quel momento a caldo, perché ci si stava giocando uno scudetto. Fuori dal campo invece l’abbiamo archiviata".

Sul 5 maggio:
"Fu un campionato pazzesco, lo scudetto più inaspettato. L’Inter aveva fatto una grande stagione ed eravamo convinti che a Roma facessero festa. Invece loro non hanno vinto e noi ne abbiamo approfittato. Siamo stati bravi a non mollare quell’anno restando sempre attaccati a loro. Cuper l’anno di Maiorca ogni giorno me lo rinfacciava. L’Hombre Vertical era un grande allenatore e sopratutto un uomo vero, tutto di un pezzo. Abbiamo lavorato insieme in Spagna e ho potuto apprezzarne l’uomo oltre che il professionista. Glielo dicevo anche a lui: il 5 maggio è stata colpa vostra, se vincevate a Roma lo scudetto non l’avremmo vinto”.

Su Antonio Conte, suo ex compagno di squadra all'epoca dei fatti, oggi allenatore nerazzurro:
"Ha idee di calcio pazzesche, mentalità vincente. Non voleva perdere neanche un allenamento. Una ferocia e determinazione incredibile. Riesce a tirare fuori il meglio da ogni calciatore a sua disposizione, non molla di un centimetro e riesce a trasmetterti il suo credo e le sue convinzioni. Ci è riuscito anche in Nazionale dove hai pochissimo tempo rispetto al club, questo la dice lunga sul valore di Conte. Tutto quello che ha vinto se l’è conquistato con il lavoro. Antonio era il nostro capitano e già in campo ci dava indicazioni. Lui e Zidane sono i migliori allenatori in circolazione, anche se diversi: Antonio più integralista tatticamente mentre Zizou meno legato agli schemi". 

TOP 11 CARRIERA- “Scelgo il 4-2-3–1 come modulo. Buffon in porta, in difesa Thuram, Cannavaro, Montero e Maldini. In mezzo al campo Conte e Davids. Messi-Nedved-Cristiano a sostegno di Ronaldo il Fenomeno. Con una squadra così impossibile non vincere tutte le partite”.

CHICCO PISANI - “Un talento e un ragazzo straordinario. Purtroppo ci ha lasciati troppo presto, sarebbe diventato un grandissimo giocatore. Eravamo insieme a Monza: io, lui, Mignani e Della Morte eravamo legatissimi e ci eravamo fatti lo stesso tatuaggio. Lo porto sempre nel cuore”.

Sezione: Focus / Data: Ven 24 aprile 2020 alle 22:19
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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