L'esterno del Brighton, Ezequiel Schelotto si è raccontato a trecentosessanta gradi in una lunga intervista sul canale Instagram del giornalista Nicolò Schira. Ecco le dichiarazioni più interessanti del calciatore italo-argentino. "Il soprannome me l'hanno dato dopo il provino nelle giovanili del Banfield. Avevo 12 anni: appena preso palla ho corso come un matto scavalcando due-tre giocatori e mi hanno detto che ero un levriero, un galgo appunto in spagnolo".
Sull'emergenza Coronavirus:
"Sto trascorrendo la quarantena in Inghilterra con mia moglie Gisela e figlia Isabela. Nella negatività mi godo mia figlia: giochiamo insieme, corre dappertutto. Ormai è più veloce di me. Nel tempo libero amo cucinare: mi piace fare grigliate di asado. Sono una persona normale e nelle faccende di casa mi piace dare una mano a mia moglie".
Qual è stato il miglior compagno che hai avuto?
"Dico Antonio Cassano. L'ho avuto all'Inter e al Parma. Una qualità tecnica eccezionale. Gli ho visto fare cose incredibili e mi ha fatto fare tantissimi gol. Antonio mi diceva sempre: "Galgo tu non devi preoccuparti della palla, tu devi solo correre e poi la palla te la faccio arrivare io". Metteva la palla dove volava come in un Milan-Parma quando abbiamo vinto 4-2 a San Siro. Aveva una lettura di gioco pazzesca, assist no look. Cassano era incredibile e mi ha aiutato tanto nei primi mesi all'Inter: non ti dico le risate che mi faceva fare. Una battuta dietro l'altra...".
L'avversario più forte incontrato?
"Andrea Pirlo, impressionante il suo talento. Un grandissimo giocatore che una visione di gioco straordinaria. Trovava i compagni a occhi chiusi, grandissima classe che ha fatto innamorare tutte le tifoserie".
Sul Cholo:
"Ho avuto il Cholo a Catania come allenatore, un grandissimo allenatore. Era molto giovane ma già si vedeva all'epoca che sarebbe diventato un tecnico importante. Un uomo tosto, duro che mi ha dato tantissimo. Sarebbe perfetto tra qualche anno anche per la nazionale argentina".
Non una parentesi longeva all'Inter, ma un ricordo speciale:
"Giocavo all'Atalanta, ma come potevo dire no a una grande squadra come l'Inter? Ricordo ancora l'emozione dei primi giorni vissuti nello spogliatoio con quei campioni. Gente come Zanetti, Cambiasso, Milito, Stankovic che avevano fatto il Triplete e io un ragazzo di 23 anni che non aveva mai giocato a grandi livelli. Non mi è pesata la maglia, purtroppo ho avuto poco spazio. In 4 mesi diventa difficile fare la differenza, sopratutto in una squadra che ha problemi e fa fatica nei risultati. Dopodiché in estate c'è stato il cambio societario e di allenatore che hanno cambiato il mio destino. Peccato perché con Stramaccioni avevo un buon rapporto. La notte perfetta è stata quella del derby. Primo pallone toccato e gol di testa. Ricordo ancora il presidente Moratti a fine partita che mi ha fatto i complimenti dicendomi che sarei rimasto nella storia dell'Inter per quel gol. Mi sono tatuato la data del gol nel derby sul braccio destro (24 febbraio 2013). È stato il gol più importante della mia carriera, non c'è giorno che qualche tifoso nerazzurro non me lo dica".
Su Conte, oggi allenatore nerazzurro:
"Oltre all'Inter mi voleva anche la Juve nel gennaio 2013. Piacevo molto a Conte, ma il pressing dei miei connazionali nerazzurri ha fatto la differenza".
Sul capitano Zanetti:
"Una persona straordinaria, gli auguro il meglio. È stato uno dei miei punti di riferimento. Giocare insieme è stato un orgoglio. Lo conoscevo dal 2010: dopo il Triplete col Cesena centrammo la promozione in B e Pupi mi mandò un messaggio di congratulazioni. Pazzesco che pensasse a un ragazzo che giocava in C. Nel 2012 era squalificato e così mi mandò in hotel la sua maglia autografata, visto che non potevamo scambiarla in campo. La sua presenza è stata fondamentale nel farmi scegliere l'Inter".
Scambio Inter-Chievo:
"Tutta l'estate volevo restare a Verona. Una città in cui mi trovavo bene, giocavo titolare e c'erano tutti i presupposti per restare. Inter e Chievo trattavano lo scambio Zukanovic-Schelotto, ma dopo settimane di incontri l'affare è saltato. Il rimpianto più grande è aver poi fatto la risoluzione con l'Inter nonostante avessi ancora altri due anni di contratto. Sono stato mal consigliato da chi mi rappresentava all'epoca. Me ne sono pentito tante volte. Anche se non rientravo nei piani avrei dovuto resistere, magari sarei riuscito ad avere una occasione".
MAGLIE - "Ho tutte le mie di ogni stagione più quelle di Zanetti, Totti, Cassano, Ibra, Ronaldinho, Kakà. Cristiano? Quella di Ronaldo mi manca, un buon motivo per tornare (risata, ndr)".
Non mancano gli elogi ad Handanovic, ex compagno e oggi capitano dell'Inter.
"Era fortissimo, mai una parola fuori posto. Non mi meraviglia la carriera che ha fatto e la fascia da capitano all'Inter. Se la merita".
Top 11 degli ex compagni, quasi tutto a tinte nerazzurre:
"In porta Handanovic, in difesa io a destra e Pupi Zanetti a sinistra. Centrali Walter Samuel e Coates. A centrocampo Il Cuchu Cambiasso, Parolo e Cigarini ma meritano anche Stankovic sarebbe da mettere. Con Ciga abbiamo litigato di brutto in un Inter-Atalanta, ma poi siamo diventati grandi amici. Davanti Cassano a sinistra, come bomber Bas Dost anche se pure Denis, Milito e Maxi erano tanta roba. A completare il tridente Giaccherini".
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