Tanto amaro in bocca per l'Inter, che quando già pregustava una vittoria importante contro la Juventus si è ritrovata con il minimo sindacale, un punticino, mentre gli altri due da mettere a referto se li portava via l'ennesimo colpo di scena arbitrale che contro i bianconeri ormai non viene neanche quotato dai peggiori bookmaker di Caracas. Peccato, perché senza la 'provvidenza' dalla cabina di regia del VAR la Juventus, come lo stesso Simone Inzaghi ha fatto notare, non avrebbe mai segnato. Al punto che Samir Handanovic stava trascorrendo una serata relativamente tranquilla.
UNA GUIDA PER GUIDA - Molti puntano il dito contro l'arbitro Maurizio Mariani, che in realtà dal campo si è limitato a valutare un contatto di gioco, in modo giusto o sbagliato che fosse. Lo svarione clamoroso è invece del collega Marco Guida, che in una situazione del genere non avrebbe mai dovuto chiamarlo a rivedere l'azione, da lui giudicata sul campo come una situazione non da rigore. E gli ampi gesti lo testimoniano. Autentica violazione del protocollo VAR, che impedisce in situazioni simili l'uso della tecnologia e lascia al direttore di gara l'ultima parola. Qui non si discute sull'entità del contatto tra Denzel Dumfries e Alex Sandro, ma di un clamoroso errore tecnico. Evidentemente, a Guida serve una guida per capire quando può e quando non può richiamare i colleghi a visionare le immagini. Siamo messi non male, peggio.
LA SCORTESIA DI MARIANI - Una responsabilità a Mariani però la si può attribuire, una scortesia tipica dell'italiano medio: saltare la fila. Perché l'arbitro romano avrebbe dovuto attendere il suo turno prima di recarsi davanti al monitor. Infatti, in tema di di sfide tra Inter e Juventus, davanti a lui in attesa c'è ancora Gianpaolo Calvarese, che da maggio scorso sta aspettando che Massimiliano Irrati lo inviti a rivedere il contatto tra Juan Cuadrado e Ivan Perisic sul quale il fischietto di Teramo ha inopinatamente assegnato rigore. Quando invece quel tizio "difficile da arbitrare" ha in realtà colpito l'avversario simulando un fallo ai propri danni. Vista l'importanza della posta in palio, c'è da essere ottimisti: prima o poi anche Calvarese andrà al VAR. Ma resta la maleducazione di Mariani che non ha atteso il proprio turno.
MORATTI LO SAPEVA - Si dirà: in una partita del genere il torto arbitrale è sempre dietro l'angolo. Si aggiungerà: con il VAR è più difficile, non è più l'epoca dei furti sotto la luce del sole. Questo il pensiero del tifoso medio. Ma c'è il numero uno dei tifosi che ha abbastanza esperienza e delusioni alle spalle da sapere in anticipo come sarebbe andata un tempo e com'è andata ieri sera: "Se ai miei tempi ci fosse stata questa tecnologia non sarebbe cambiato nulla: dietro al video, gente che la pensava uguale". Massimo Moratti dixit. Un'amara constatazione che si sposa anche con i tempi attuali, in cui il VAR dovrebbe essere giudice supremo e trasparente. Quando viene usato nel modo corretto, ovviamente.
LA FOTOSINTESI BARELLIANA - In una serata di Gala come quella del Meazza, con circa 57 mila spettatori presenti, c'è una nota positiva dal punto di vista culturale: molta gente ha assistito alla lezione di scienze del professor Nicolò Barella, che ha spiegato in modo chiaro e comprensibile a tutti cosa significhi l'espressione fotosintesi e come funzioni su un rettangolo di gioco. Ebbene, con una prestazione di alto livello, il centrocampista sardo ha dimostrato come sia possibile trasformare tensione e nervosismo in energia positiva e quasi inesauribile, almeno fino ai crampi che l'hanno costretto a uscire a tempo scaduto (sì, è un essere umano anche lui). Difficile spiegare come possa passargli tanto ossigeno in corpo da permettergli di correre senza fermarsi mai e contemporaneamente spiegarla a tutti gli avversari.
UNA GUIDA PER GUIDA - Molti puntano il dito contro l'arbitro Maurizio Mariani, che in realtà dal campo si è limitato a valutare un contatto di gioco, in modo giusto o sbagliato che fosse. Lo svarione clamoroso è invece del collega Marco Guida, che in una situazione del genere non avrebbe mai dovuto chiamarlo a rivedere l'azione, da lui giudicata sul campo come una situazione non da rigore. E gli ampi gesti lo testimoniano. Autentica violazione del protocollo VAR, che impedisce in situazioni simili l'uso della tecnologia e lascia al direttore di gara l'ultima parola. Qui non si discute sull'entità del contatto tra Denzel Dumfries e Alex Sandro, ma di un clamoroso errore tecnico. Evidentemente, a Guida serve una guida per capire quando può e quando non può richiamare i colleghi a visionare le immagini. Siamo messi non male, peggio.
LA SCORTESIA DI MARIANI - Una responsabilità a Mariani però la si può attribuire, una scortesia tipica dell'italiano medio: saltare la fila. Perché l'arbitro romano avrebbe dovuto attendere il suo turno prima di recarsi davanti al monitor. Infatti, in tema di di sfide tra Inter e Juventus, davanti a lui in attesa c'è ancora Gianpaolo Calvarese, che da maggio scorso sta aspettando che Massimiliano Irrati lo inviti a rivedere il contatto tra Juan Cuadrado e Ivan Perisic sul quale il fischietto di Teramo ha inopinatamente assegnato rigore. Quando invece quel tizio "difficile da arbitrare" ha in realtà colpito l'avversario simulando un fallo ai propri danni. Vista l'importanza della posta in palio, c'è da essere ottimisti: prima o poi anche Calvarese andrà al VAR. Ma resta la maleducazione di Mariani che non ha atteso il proprio turno.
MORATTI LO SAPEVA - Si dirà: in una partita del genere il torto arbitrale è sempre dietro l'angolo. Si aggiungerà: con il VAR è più difficile, non è più l'epoca dei furti sotto la luce del sole. Questo il pensiero del tifoso medio. Ma c'è il numero uno dei tifosi che ha abbastanza esperienza e delusioni alle spalle da sapere in anticipo come sarebbe andata un tempo e com'è andata ieri sera: "Se ai miei tempi ci fosse stata questa tecnologia non sarebbe cambiato nulla: dietro al video, gente che la pensava uguale". Massimo Moratti dixit. Un'amara constatazione che si sposa anche con i tempi attuali, in cui il VAR dovrebbe essere giudice supremo e trasparente. Quando viene usato nel modo corretto, ovviamente.
LA FOTOSINTESI BARELLIANA - In una serata di Gala come quella del Meazza, con circa 57 mila spettatori presenti, c'è una nota positiva dal punto di vista culturale: molta gente ha assistito alla lezione di scienze del professor Nicolò Barella, che ha spiegato in modo chiaro e comprensibile a tutti cosa significhi l'espressione fotosintesi e come funzioni su un rettangolo di gioco. Ebbene, con una prestazione di alto livello, il centrocampista sardo ha dimostrato come sia possibile trasformare tensione e nervosismo in energia positiva e quasi inesauribile, almeno fino ai crampi che l'hanno costretto a uscire a tempo scaduto (sì, è un essere umano anche lui). Difficile spiegare come possa passargli tanto ossigeno in corpo da permettergli di correre senza fermarsi mai e contemporaneamente spiegarla a tutti gli avversari.
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