L’attaccante Robert Acquafresca si è raccontato senza peli sulla lingua in una lunga intervista sul canale Instagram del giornalista Nicolò Schira. Tra le sue dichiarazioni, anche il rimpianto per aver visto sfumare l'approdo all'Inter nell'estate del 2009: "Dopo il fallimento del Toro mi volevano Milan, Juve e Inter, Samp e Palermo. Ho scelto i nerazzurri perché avevano il progetto più importante per me. Mi hanno preso e mandato in comproprietà: c'erano Chievo e Treviso in lizza, ho scelto i trevigiani. Quell'estate il mio cartellino era dei nerazzurri, ma non volevo più essere trattato come un pacco postale. José Mourinho mi rivoleva a Milano e la società mi aveva manifestato questa intenzione: stavo già cercando casa in zona San Siro. Piero Ausilio mi voleva nei quattro attaccanti, avrei potuto vincere il Triplete. Inizialmente dovevo andare in prestito al Genoa, ma poi Marco Branca ha voluto cedermi. Mi ha fatto rosicare l'essere venduto al Genoa, mentre io volevo restare a Cagliari a quel punto. Branca mi minacciò di mandarmi fuori rosa se non avessi accettato il Genoa... Avrei potuto fare lo stronzo con l’Inter e puntare i piedi per restare. Dovevo compiere 21 anni e venivo da 25 gol in A in due anni. Non mi avrebbero mai messo fuori rosa come minacciavano, ho scelto di non stare in paradiso a dispetto dei santi. Mourinho fece la battuta che gli avevo fatto gol all’andata e al ritorno: Ausilio mi voleva e Moratti aveva speso belle parole per me. Perciò è stato Branca a non volermi, ci ho ripensato tante volte, ma ormai acqua passata".

Acquafrssca ricorda anche di aver avuto modo di parlare con il tecnico portoghese: "Al Bernabeu ci siamo rivisti. A fine primo tempo ci siamo messi a chiacchierare, è stato un grande: ci siamo scambiati il numero. È davvero il numero uno dal punto di vista umano e per carisma. Ti fa sentire il numero uno, dedica importanza e rispetto a tutti in modo uguale. Ti tratta come se fossi un amico, per lui la persona viene prima del giocatore. Sia che ti chiami Ronaldo o Acquafresca, quella è la sua forza. Non a caso i suoi giocatori darebbero la vita per lui". Una parola anche per l'attuale tecnico nerazzurro Antonio Conte: "Il mister è veramente un martello incredibile, poi c'era Ventrone. I loro allenamenti sono davvero tosti. C'erano grossi problemi a Bergamo quell'anno e le cose non sono andate bene per entrambi, ma si vedeva già di che pasta era fatto".

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 02 maggio 2020 alle 20:40
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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