Forse meglio andare cauti parlando di terzo posto. Un'Inter incerottata, tanto nel fisico quanto nel morale tra ko pesanti e un pareggio rocambolesco, esce da Cesena certamente con un sorriso, perché una vittoria è pur sempre una vittoria, ma timido, uno di quelli che quasi si vorrebbe nascondere. Insomma, un sorriso appena accennato. Vero, quello che contava (i tre punti) è arrivato, ma parlare di Champions League in questa situazione è pretesa ancora troppo grande, almeno ad oggi. La gara del Dino Manuzzi crea sì qualche luce, ma anche numerose ombre che accompagnano il post match di Mazzarri, con alcuni punti interrogativi su cui l'allenatore dovrà lavorare in vista delle prossime partite. Appuntamenti che si annunciano come il primo, vero e 'pesante' treno da non perdere in direzione 'rilancio-zone che contano': prima del derby contro il Milan del prossimo 23 novembre, infatti, i WM boys incontreranno Sampdoria in casa, Parma in trasferta e Verona di nuovo a Milano e ipotizzare oggi nove punti appare un rebus di difficile soluzione, perché la pazzia e l'instabilità di questa squadra mal suggeriscono di essere super ottimisti. Per più di un motivo.
CHIAMATELA PURE... X - Inter incostante, e la trasferta in Emilia-Romagna lo conferma. Gli undici di Cesena si comportano meglio in parità numerica, venendo a mancare e calando immediatamente proprio dopo il cartellino rosso inflitto a Leali, come lo stesso Mazzarri ammette nel dopo gara. Coincidenze? Forse no. La squadra pecca ancora dove una big, invece, legittima e padroneggia: la capacità di gestire situazioni vantaggiose, senza addormentatsi o sedersi. Chiamatela personalità, carattere, cattiveria, chiamatela anche X, ma WM dovrà trovare nel minor tempo possibile la soluzione per risolvere questo interrogativo, perché contro squadre di livello più alto il rischio della beffa sarebbe dietro l'angolo.
KILLER INSTINCT - Non è il ritrovato Maurito tornato decisivo (almeno nel tabellino, seppur dagli undici metri), ma è un'altra dote che all'Inter di oggi manca: la cattiveria e il tempismo nel chiudere le gare. Vuoi per un Palacio ancora lontano parente dal vero Trenza, vuoi per una fase offensiva generale zoppicante, sta di fatto che la squadra continua a giocare sul filo di lana. Troppo rischioso non chiudere il match e concedere l'evitabile agli avversari, ma chissà che in aiuto di Mazzarri non possa esserci un prezioso alleato. Il mercato, e che sia 'interno' o esterno poco cambia. Volto nuovo a gennaio o valorizzazione-lancio di Bonazzoli e/o Puscas, il reparto d'attacco necessita ora di nuova linfa. In attesa che Osvaldo, la rockstar di Buenos Aires, torni a impugnare la chitarra e a ricominciare da dove si era fermato: con i gol. E con la banda al completo, davanti sarà più semplice tornare, o iniziare veramente, a suonare musica vera.
BATMANOVIC PROFETICO - Un pezzo che fino ad ora è apparso abbastanza nero viene reso un po' colorato dalle note più liete che la partita emiliana consegna all'archivio del campionato nerazzurro. È la strana coppia, silenzioso e serio il primo, sorridente e con il joga bonito dentro il secondo: Handanovic e il Profeta, l'Hernanes che da qualche partita riesce a mostrare quel luccicante biancoceleste che a Milano era diventato grigiastro. Saracinesca abbassata, assist vincente per Palacio nel momento chiave e match da leader per entrambi: e che Cesena sia ennesimo (ma attenzione a qualche uscita avventurosa, vero Handa?) e primo, vero e grande passo per diventare certezze di questa Inter. Sempre.
WM, SOTTO SOTTO ET... - Allergico agli esoneri, soprattutto in corsa, direttamente dall'Indonesia Thohir nel post match desta un certo sospetto con quelle dichiarazioni relative a Mazzarri. Sempre confermato e al sicuro, il tycoon ribadisce che sarà data un'altra occasione all'allenatore, ma quel 'vedremo nelle prossime due partite' sembra concetto non propriamente da ET-salvagente. Sicuramente a fine stagione sarà analizzato a 360° il lavoro del tecnico, per poi prendere la madre di tutte le decisioni (ribaltoni clamorosi in corsa e obiettivi importanti raggiunti permettendo), ma nel frattempo Mazzarri, come tutti, dovrà dimostrare di valere l'Inter. Veramente. Ora la W e la M del suo nome sembrano non essere più così sole: perché oggi, accanto, spunta anche un punto di domanda.
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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