Yaya Touré all’Inter. Un sogno, come recitava qualche giorno fa Piero Ausilio. Che forse potrebbe diventare realtà, nonostante le smentite dei rito da Manchester. Che l’Inter in questo momento particolare della sua gloriosa storia sia costretta a rifugiarsi in timidi miraggi estivi è sintomatico del fatto che qualcosa non sta girando per il verso giusto. C’è bisogno di una scossa, ma soprattutto di giocatori che riconsegnino alla squadra nerazzurra i gradi di rispetto che merita. “Non si vincono le partite solo perché siamo l’Inter”, ha sentenziato prima del match contro il Verona Roberto Mancini. E tant’è: l’Inter oggi non ha più l’appeal di un tempo ma grazie alla programmazione e ad un briciolo di fortuna (che si è sempre fatta desiderare dalle parti di Appiano Gentile) può percorrere al contrario il pericoloso scivolo verso la mediocrità che ha imboccato nell’estate del 2011.
Come fare? C’è bisogno di giocatori di classe, si diceva poco sopra. Ecco, Yaya Touré è sicuramente uno di quei nomi che ingolosiscono i tifosi e l’ambiente, un calciatore - devoto al Mancio - in grado di scuotere l’ambiente e portare sul campo le idee tattiche del tecnico di Jesi. E’ nel Manchester City di Mancini che Touré, uno dei tanti al Barcellona, è diventato un giocatore di fama mondiale. La sua capacità di essere presente e decisivo in entrambe le fasi, la costante pericolosità e con gli inserimenti e con il tiro da fuori e la grande leadership (ovunque è andato, ha vinto) fanno dell’ex giocatore del Barça un elemento importante da dover inserire nella rosa della prossima stagione. Si riuscirebbe a sopperire ad alcune falle nel centrocampo nerazzurro e anche la cassa mediatica del colpo di mercato sarebbe mondiale: Yaya Touré attira molta attenzione e un suo eventuale sbarco a Milano richiamerebbe gli occhi della stampa di moltissimi paesi. Quanto potrebbe vendere un’eventuale 42 nerazzurra? Thohir è attento a queste cose e lo sa: grandi giocatori chiamano grandi sponsor. L’ha spiegato brillantemente il primo Berlusconi milanista: “Quando comprai Van Basten, fui felice di sborsare tutto quel denaro. Pochi giorni dopo ne avevo guadagnato molto di più grazie all’intervento degli sponsor e alla vendita delle magliette”.
Ma va anche dato uno sguardo all’altro lato della medaglia. C’è da dire che Yaya Touré va per i trentadue anni ed è inevitabilmente nella parabola discendente di una carriera vissuta sempre ai massimi livelli. Ma nonostante questo, l’operazione si prospetta essere assai costosa. L’ivoriano ha un contratto faraonico in scadenza nel 2017, per cui la squadra di Pellegrini non si priverà tanto facilmente - a meno che non voglia rifondare la squadra, ma anche in questo caso una partenza di Touré a zero non pare fattibile - del giocatore. Per cui l’Inter dovrà effettuare uno sforzo economico notevole qualora Touré manifestasse la volontà di vestire il nerazzurro. Perché questa è la verità: l’affare è possibile solo nel caso in cui Touré faccia capire davvero di volere l’Inter. Altrimenti Ausilio non avrebbe sufficiente liquidità per intavolare una trattativa con gli sceicchi per acquisire il 42 dei Citizens, se non cedendo qualche big. E qui si pone la prima domanda? Vale la pena investire tanto in un giocatore solo? Lo stipendio potrebbe essere sì spalmato su più anni, ma con il rischio poi di trovarsi in rosa un giocatore di 37 anni le cui motivazioni calcistiche potrebbero essere… labili, a voler usare un eufemismo.
Questo è quindi il quadro del possibile affare Yaya Touré - Inter. Non c’è alcuna trattativa in corso, ma Roberto Mancini continua a ribadire che qualora ci fosse la possibilità, l’Inter sarebbe in prima fila per l’ex Barcellona. La domanda da porsi è: è sensato impegnare tanto capitale per un giocatore le cui caratteristiche (nel bene e nel male) sono quelle descritte poco sopra? Non c’è il rischio di ingolfare il mercato con un affare di questa portata? Un giocatore basta a cambiare il volto alla rosa, oppure c’è bisogno di più ritocchi in ogni zona del campo? Di certo Mancini ha bisogno di giocatori come lui per cambiare il volto di questa triste Inter di fine stagione. Quello che probabilmente starà pensando Ausilio - le cui idee di mercato sono arginate dalla politica di autofinanziamento imposta da Thohir - è: già che siamo in ballo… balliamo. E, con qualche top player, sarebbe decisamente meglio. Se lo pensa anche Shaqiri, forse la strada è proprio questa.
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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