Appena 28 presenze, molte delle quali incomplete (1972 minuti giocati), e 7 gol: questo il bilancio della stagione 2010/2011 di Diego Alberto Milito. Uno score da attaccante ‘normale’ per colui che fino a pochi mesi fa è stato il grande protagonista della storica tripletta nerazzurra, con un totale di 30 reti, di cui 4 fondamentali nelle ‘finali’ di Roma, Siena e Madrid. Dal maggio scorso sembrano passati secoli, oggi il Principe patisce il risultato di un concentrato di sventure che gli si sono abbattute addosso, dal rigore sbagliato contro l’Atletico Madrid nella Supercoppa europea allo stop di un mese e mezzo per l'ennesimo guaio fisico.
FUTURO, CHISSA' - È chiaro che l’argentino abbia sofferto i postumi di un Mondiale per lui insignificante (pochi minuti in campo) e la lunga serie di infortuni muscolari che lo hanno tenuto a lungo lontano dai campi, ‘costringendo’ l’Inter a investire 18 milioni (12 cash più Biabiany) su Giampaolo Pazzini per non trovarsi ulteriormente scoperta nel reparto offensivo. Stagione sfortunata per Milito, dunque, nell’arco di pochi mesi il bomber di Bernàl è passato dalle proverbiali stelle alle stalle e oggi, guardando al futuro, vede un grosso punto interrogativo. Senza ombra di dubbio Leonardo gli darà occasione di riscattarsi in questo finale di stagione, anche se gli obiettivi nerazzurri sono ormai ridimensionati. Ma anche una buona conclusione delle danze potrebbe non garantire all’argentino una permanenza a Milano.
LA PANCHINA, UN AFFRONTO - Occhio, però. Potrebbe non essere la società a chiudere il rapporto professionale, bensì lo stesso giocatore, alla soglia dei 32 anni. L’arrivo di Pazzini ha gettato più di un’ombra sulle sue convinzioni, oggi il centravanti del Triplete non si sente più intoccabile e di certo, nella sua lunga carriera, raramente ha dovuto competere per un posto da titolare. Oggi che la sua carriera ha iniziato la fase discendente, non è certo il caso per uno con il suo pedigree aspettare pazientemente in panchina che l’allenatore gli getti le briciole. Un campione come lui non può essere un’alternativa, deve essere un punto di riferimento finché è in grado di fare la differenza. Nessuno mette in dubbio che questo sia ancora possibile, ma certo è che oggi l’Inter in rosa ha un attaccante di primo livello, titolare della Nazionale italiana e desideroso di mettersi finalmente in mostra in palcoscenici di primo livello: Pazzini.
TATTICAMENTE INCOMPATIBILI - A prescindere da chi guiderà la squadra il prossimo anno, la rosa oggi propone un parco centravanti importante con Eto’o, Pazzini e Milito in prima fila. Anche se si optasse per un 4-3-3, difficilmente i tre potrebbero giocare insieme, essendo prime punte e dovendosi adattare a giocare più larghi. Per il camerunese non sarebbe un problema, gioca largo per tendenza personale; ma gli altri due attaccanti faticherebbero ad alternarsi in quelle posizioni (vedi la trasferta di Bari), salvo situazioni di emergenza (il secondo tempo di Inter-Palermo). Con uno scenario del genere, qualora Milito chiedesse garanzie dal punto di vista tecnico, probabilmente non le riceverebbe. E se decidesse di cambiare aria nessuno potrebbe fargliene una colpa, anzi. Sarebbe una scelta professionale da una parte, di cuore dall’altra.
SCELTA DI CUORE - Di cuore perché, salvo sorprese od offerte faraoniche (improbabili), il Principe potrebbe decidere di tornare nell’altra sua casa italiana, il Genoa, dove più di una volta Preziosi lo ha invitato a rivestire la maglia numero 22 rossoblù. Nessun tifoso dell’Inter dovrebbe sentirsi tradito in tal senso, Milito ha fatto tanto per i colori nerazzurri, contribuendo a scriverne la storia ed entrando di diritto a farne parte. In altre parole, saluterebbe con la coscienza a posto, se davvero si arrivasse all’addio. Al Genoa il bomber di Bernàl ritroverebbe fiducia in sé stesso e soprattutto minutaggio, sarebbe il puntero titolare del Grifone come ai bei tempi. Una gioia per lui, che non uscirebbe mai dal rettangolo di gioco se potesse. In altre parole, lasciando Milano penserebbe al suo futuro, e l’Inter farebbe altrettanto puntando su un nuovo centravanti (Tevez o Sanchez, oltre al già nerazzurro Castaignos). Magari, come già ipotizzato su questo sito, il benestare a un suo ritorno al Genoa potrebbe avvantaggiare il club di Corso Vittorio Emanuele in ottica di mercato, magari contribuendo ad alimentare altre operazioni tra Moratti e Preziosi. Chissà.
Intanto l’obiettivo di Milito è concludere al meglio questa stagione, cercando magari di essere decisivo in Tim Cup come lo scorso anno all’Olimpico. Alzare al cielo un’altra coppa sarebbe la degna conclusione di un amore indissolubile, quello che i tifosi nerazzurri provano e continueranno a provare per il loro Principe.
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