Il rammarico è enorme, perché nella tabella ideale della corsa Scudetto la trasferta di Parma era accompagnata da un +3 in classifica. E all'intervallo tutto stava andando secondo i piani, con l'Inter che dopo aver rischiato grosso ed essere stata salvata due volte da Yann Sommer aveva indirizzato la partita nella direzione giusta.
Insomma, nella ripresa sarebbe stato sufficiente congelare il pallone e gestire le energie punto punto invece ancora una volta la parola 'gestire' è stata interpretata nel modo sbagliato, come sei giorni prima contro l'Udinese e in altre situazioni precedenti i nerazzurri hanno concesso agli avversari di tornare in partita abbassandosi troppo e rinunciando ad attaccare, e a differenza di domenica scorsa stavolta si sono fatti rimontare perdendo 2 punti pesantissimi (persi 10 punti a causa di rimonte subite in questo campionato). Le sostituzioni hanno fatto la differenza mai come ieri al Tardini: grazie alla panchina Cristian Chivu l'ha ripresa, Simone Inzaghi invece, obbligato a rimanere nel box in tribuna perché squalificato (nel giorno del suo compleanno), ha visto i suoi sciogliersi soprattutto dopo i cambi che hanno tolto sicurezza al gruppo.
Non c'è neanche il tempo di leccarsi le ferite perché martedì si va a Monaco di Baviera per una partita difficile quanto fondamentale. A conferma del fatto che il calendario non permetta ai nerazzurri neanche di riflettere sull'andamento dell'ultima prestazione perché c'è bisogno di preparare la gara successiva e non solo a livello psicologico ma soprattutto a fisico. Massimiliano Farris ieri ha sottolineato come i giocatori trascorrano del tempo con il ghiaccio addosso per riprendersi il prima possibile dalle fatiche, necessità che smentisce categoricamente chi ancora crede alla favoletta delle due squadre e tre quarti. In questa stagione l'Inter ha dovuto suo malgrado registrare numerosi infortuni, alcuni di lunga durata. Oggi sono ancora fermi Mehdi Taremi, Piotr Zielinski e Denzel Dumfries, sicuramente non prossimi al rientro. Assenze che si sommano a quelle precedenti e ai vari acciacchi che accompagnano da tempo alcuni giocatori, costretti a essere disponibili per assenza di alternative (si pensi a Marcus Thuram e Davide Frattesi, spesso in campo giocando sul dolore).
In questo contesto il classico turnover scientifico è un obbligo più che una necessità, da qui i cambi programmati di ieri a Parma che però sono stati controproducenti. Con il senno di poi forse sarebbe stato meglio tenere in campo Lautaro Martinez e Hakan Calhanoglu, ma il primo era fresco di rientro dopo venti giorni fermo mentre il secondo va preservato per le prossime decisive partite. In più , Alessandro Bastoni, tra i migliori in campo, ha dovuto accomodarsi in panchina alla pausa per un affaticamento mentre Francesco Acerbi, Henrikh Mkhitaryan e Matteo Darmian, i tre più 'anziani' del gruppo, pur se stremati sono dovuti rimanere sul rettangolo di gioco per lo sforzo finale.
Un turno di campionato che sulla carta doveva avvantaggiare l'Inter rischia di ridurre a un solo punto il suo vantaggio sul Napoli se gli azzurri domani sera vincessero a Bologna. A conferma del fatto che non si possa dare nulla per scontato in questo campionato in cui anche una squadra sulla carta nettamente superiore può perdere punti contro avversari motivati dai propri obiettivi o semplicemente più in salute fisicamente. Non è tempo comunque di fasciarsi la testa perché la stagione è ancora lunga, la corsa Scudetto totalmente in bilico e l'Inter nelle posizioni in cui ambiva a essere. Lo staff tecnico nerazzurro farà il possibile per recuperare i giocatori non in condizione sperando che quelli infortunati rispettino le tabelle di marcia. E come sempre bisognerà fare affidamento alle cosiddette seconde linee che non sempre hanno dimostrato di essere all'altezza delle aspettative.
Non c'è alternativa, onere e onore di chi è ancora in corsa per vincere tutto e deve suo malgrado fare i conti con diverse problematiche sul proprio percorso. Mai come oggi deve essere chiaro che l'Inter non ha due squadre, ma ha 24 giocatori come tante altre e i problemi in corso d'opera che hanno tante altre (mercoledì nel derby di Coppa Italia con soli 14 giocatori di movimento a disposizione). I numeri non mentono, chi invece cerca di mettere pressione su un gruppo di calciatori che sta facendo meglio delle altre squadre, sì.
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