Conferenza stampa di presentazione attesissima per Maurizio Sarri, nuovo tecnico della Juventus. "Io quando sono arrivato a Napoli ho dato tutto, perché sono nato a Napoli e da ragazzino ero tifoso del Napoli. Ho dato tutto dal punto di vista professionale. Poi negli ultimi mesi ho avuto qualche dubbio, tra la parte professionale e quella logica. Poi il Napoli mi ha tolto questo dubbio presentando Ancelotti. Ma il problema era mio perché questo dubbio era serio. A quel punto decido di andare all'estero, anche se ho offerte anche dall'Italia, ma decido di fare una esperienza in Premier. E' stato bellissimo, ma poi sento l'esigenza di tornare l'Italia e la Juventus mi ha dato questa opportunità, il club più importante d'Italia. Credo di aver rispettato tutti e nell'ultima parte dovevo rispettare anche me stesso. La sensazione quando mi ha contattato la Juventus è stata forte, mai vista una società così determinata nel prendere un allenatore".
Quando cambierà il calcio in Italia?
"Il nostro sarà un percorso lungo, girando gli stadi in Inghilterra ti rendi conto dell'inadeguatezza delle nostre strutture. Lì il clima è molto diverso e in Italia bisogna partire dalle strutture. In Italia abbiamo la fortuna di avere ancora un piccolo vantaggio per strutture societarie e per competenze tecnico-tattiche. Lì il risultato è importante, ma un po' meno rispetto a qui perché sanno di rischiare un po' meno in caso di sconfitta. Sono contento di rientrare in Serie A perché dal punto di vista della competizione con gli allenatori questo è un anno molto interessante, ci sono tecnici come Conte, Ancelotti, Giampaolo, Fonseca e De Zerbi che mi piacciono molto. Si sta creando un'aria molto frizzante".
Sarà giudicato da quello che farà in Champions?
"Mi aspetto di alzarmi la mattina e studiare il modo di vincere le partite. La Juventus in Italia ha l'obbligo di mettersi sulle spalle il fardello di essere la favorita e di dover fare bene. Poi se entriamo nel discorso Champions League la Juventus ha l'obbligo di partire con l'obiettivo di vincere, ma si sa che ci sono altre 8-9 squadre con lo stesso obiettivo. Le responsabilità secondo me sono più forti a livello italiano che non europeo, la Champions è un obiettivo con un coefficiente di difficoltà mostruoso. Vincere di più di quanto fatto in questi anni dalla Juve sarà quasi impossibile".
Dybala e CR7 possono giocare centravanti?
"Quando un giocatore ha le qualità di Dybala o Cristiano Ronaldo può giocare ovunque, quello che può cambiare è l'interpretazione del ruolo perché poi ognuno la le sue caratteristiche".
Chi sono i due-tre giocatori attorno a cui costruirà la rosa?
"I giocatori che ci possono cambiare la squadra sono quelli offensivi, poi abbiamo bisogno di grandi giocatori ovunque. Negli ultimi 30 metri di campo ci sono giocatori in grado di fare la differenza e altri bravi. Ronaldo, Dybala, Douglas Costa e non solo. I giocatori che fanno la differenza sono quelli che hanno talento e bisogna partire da loro".
Non ha nominato Higuain.
"Non ho nominato né Higuain né Mandzukic, ma sono solo andato per esempi e non volevo dimenticare nessuno. Al Pipita voglio molto bene, lo sapete tutti e dipende da lui. Qui c'è una serie di dirigenti che segue i calciatori da anni e quindi è anche il caso che sia io ad ascoltare molto loro per le valutazioni. Forse non per Higuain, che conosco molto bene anche io, ma sugli altri loro li conoscono meglio di me".
Farà richieste particolari sul mercato?
"Ora vediamo, appena mi farò un'idea più definita anche sul modulo e sul come giocheremo. Io non faccio grosse richieste sui nomi, ma sulle caratteristiche sì. Sicuramente Paratici conosce molti più giocatori di me, la sua competenza è nettamente superiore alla mia".
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Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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