"C’è tempo, stiamo a vedere cosa succede. Io ho fatto delle richieste ben precise, ma non è che la squadra che ho è da buttare. Posso far bene anche con questi giocatori". Roberto Mancini ha espresso questo concetto ai microfoni di Sky mercoledì scorso e lo ha ribadito durante l’intervista a La Stampa. Quasi rassegnato per la piega che sta prendendo la campagna acquisti nerazzurra, l’allenatore di Jesi si sta convincendo di poter far bene anche con gli stessi giocatori allenati fino a due settimane fa. Ma la sensazione è che non sia poi così certo di questo assioma. Per avvalorare o meno tale ipotesi, che difficilmente incontrerà il consenso di tifosi e addetti ai lavori, FcInterNews.it ha stilato il pagellone della stagione da poco conclusasi, assegnando un voto e motivandolo a tutti i calciatori della rosa.
SAMIR HANDANOVIC - Stagione altalenante per lo sloveno, in cui spiccano i 5 rigori neutralizzati ma anche errori macroscopici che hanno influito sui risultati della squadra. Si pensi ad esempio allo spareggio Champions contro la Fiorentina e nel finale contro la Juventus e nella Marassi rossoblu, match decisivi per la rincorsa all’Europa League. Non certo un mostro di serenità, forse influenzato anche dalle voci di mercato che lo hanno riguardato. Il rendimento è stato in calo rispetto alla precedente stagione, ma non vanno ignorati numerosi interventi salva risultato che hanno evitato ulteriori figuracce all’Inter. Voto: 6+
JUAN PABLO CARRIZO – Portiere di coppa, ha fatto molto bene durante il cammino europeo dell’Inter, salvo poi naufragare nella serataccia di Wolfsburg che è costata l’eliminazione contro un avversario alla portata. Errori, almeno due, dal peso specifico enorme. Voto: 5,5
TOMMASO BERNI - Non è mai sceso in campo... Voto: SV
JONATHAN – Assegnargli un voto sarebbe ingiusto, in pratica il campo non lo ha praticamente visto mai a causa di un problema cronico al ginocchio. È diventato un ex nerazzurro dopo appena 5 giornate di campionato. Voto: SV
JUAN JESUS – Il voto se l’è dato lui stesso dopo l’ultima giornata di campionato (5), ed è condivisibile. Anzi, sarebbe giusto, alla luce dell’involuzione che lo ha contraddistinto, assegnargli un ulteriore meno. Tanti, troppi svarioni tattici e tecnici pagati a caro prezzo dalla squadra, con Mancini quasi costretto a dirottarlo a sinistra alla luce dell’imbarazzo nel ruolo di centrale in una difesa a 4. Con il modulo di Mazzarri aveva fatto benino, il cambio di guida in panchina è stato per lui nefasto. Voto: 5-
MARCO ANDREOLLI – Per quanto l’intero pacchetto arretrato sia finito alla berlina in più di un’occasione, il canterano non ha mal figurato nelle rare occasioni in cui è stato chiamato in causa. Da centrale vecchio stampo ha offerto maggiore serenità, anche se non è stato immune da qualche errore individuale. Però merita una sufficienza. Voto: 6
HUGO ARMANDO CAMPAGNARO – Appena 10 presenze tra campionato e coppa, stagione praticamente conclusa in anticipo a causa di un guaio muscolare, non è stata certo la sua migliore in carriera. Non particolarmente coinvolto da Mazzarri se non in Europa League, Mancini si è affidato a lui per dare solidità alla fascia destra in assenza di Jonathan. Con esiti altalenanti. Voto 5,5
NEMANJA VIDIC – Vittima di qualche acciacco fisico e di errori non degni della sua esperienza, il serbo ha faticato a entrare nel sistema calcio italiano e nel modulo mazzarriano. Ai margini dell’undici titolari per svariati mesi, nonostante le voci che lo vedevano in lite con Mancini, al suo ritorno in campo ha restituito solidità alla retroguardia nel periodo migliore della squadra. Forse il migliore del reparto, soprattutto per l’impatto sui compagni. Voto: 6+
DAVIDE SANTON – Arrivato, o meglio tornato in punta di piedi all’Inter, alla faccia del misero minutaggio nei 4 mesi precedenti, è stato subito gettato nella mischia da Mancini. Rispondendo, tra l’altro, con personalità e disinvoltura. Poi, qualche passaggio a vuoto e un gap atletico che lo ha costretto a riprendere fiato in panchina, uscendo così dai radar. Ma è un giocatore da cui ripartire. Voto: 6
ANDREA RANOCCHIA – Nota dolente, come Juan Jesus, di questa stagione. Nonostante più di una prestazione positiva, inficiata comunque dal pre-concetto che lo ha accompagnato praticamente dall’inizio della stagione, il capitano è stato a lungo emblema della stagione nera dell’Inter. Prestazioni timorose e svarioni come quello di Napoli in Tim Cup gli hanno tolto fiducia, anche se a parole lo ha sempre negato. Con Vidic di fianco ha aumentato la qualità delle prestazioni, ma non basta per un giudizio sufficiente. Voto 5
DODO’ – Arrivato per la gioia di Mazzarri, che chiedeva un esterno con quelle caratteristiche, ha iniziato bene sia nel pre-campionato sia durante i primi passi ufficiali con la nuova maglia. In pratica, è stato un titolare quasi inamovibile per WM. Poi, con l’arrivo di Mancini e il ritorno alla difesa a 4 (un suo tallone d’Achille), la scelta dell’allenatore è ricaduta sul nuovo arrivato Santon. Il resto lo hanno fatto gli acciacchi e l’infortunio al ginocchio che lo ha tolto di mezzo in largo anticipo. Voto: 5,5
FELIPE – Arrivato quasi nel disinteresse generale, è sceso in campo nel momento del bisogno e non ha fatto certo peggio dei colleghi di reparto. Troppo poche le presenze per assegnargli un giudizio. Voto: SV
DANILO D’AMBROSIO – Inizio a rilento con Mazzarri, che a destra gli preferiva spesso Nagatomo, poi il recupero di una condizione accettabile che lo ha reso quasi titolare inamovibile con Mancini. Prestazioni altalenanti per lui, con l’apice nella trasferta di Verona in cui è stato inarrestabile. Goleador di EL, nonostante l’impegno ha mostrato limiti tecnici al momento di essere determinante. Voto: 6+
ISAAC DONKOR – Due presenze, contro Sassuolo e Qarabag, per assaggiare ancora la prima squadra. Impossibile esprimersi. Voto: SV
YUTO NAGATOMO – Stagione al ribasso per lui. Benino con Mazzarri, che non rinunciava mai a lui, ha perso condizione e forse sicurezza quando è tornato alla difesa a 4 con il cambio in panchina. Mancini lo ha notato e gli ha dato sempre meno spazio, fino all’infortunio che lo ha messo fuori causa. Ultimo di una lunga serie che lo ha pesantemente limitato. Voto: 5,5
MATEO KOVACIC – L’ago della bilancia, anche in questa stagione. Doveva essere il suo trampolino di lancio verso l’elite del calcio internazionale, e all’inizio sembrava davvero così: gol e assist a ripetizione che hanno illuso i tifosi. Poi, le tante, troppe pause a livello tattico e tecnico, che ne hanno messo ancora una volta in discussione le qualità. Neanche Mancini è riuscito a dargli la scossa, salvo qualche partita in cui ha insegnato calcio. Troppo poco per un cosiddetto predestinato. In altri contesti si direbbe: “Bravo, ma non si applica”. Voto: 5+
FREDY GUARIN – Croce e delizia, come sempre. Prima parte della stagione sempre nel mezzo dell’equivoco tattico mazzarriano, senza alcuna via d’uscita. Poi, però, l’avvento di Mancini gli ha cambiato la vita, riportandolo a essere un fattore oltre che un insostituibile (fino all’infortunio che gli è costato la Copa America). Tra gennaio e marzo ha vissuto fasi di delirio di onnipotenza, poi rientrate come spesso gli è successo. Discontinuo, ma necessario. Voto: 6-
ZDRAVKO KUZMANOVIC – Forse è sceso in campo più di quanto potesse sperare, 25 presenze complessive non sono certo da gettare via. Elemento affidabile per entrambi gli allenatori che si sono avvicendati in panchina, ma poco più. Non certo un valore aggiunto, comunque. Voto: 5,5
GARY MEDEL – Se si facesse riferimento solo all’ultimo mese, sarebbe lecito storcere il naso. Il cileno ha perso smalto e con esso la lucidità che lo aveva accompagnato sin dall’inizio della stagione. Inevitabile per uno che non si è mai fermato sin dal pre-campionato ed è stato insostituibile per WM e RM, con il ssecondo che lo ha eletto a sorpresa stagionale ai propri occhi. All’Inter servirà altro davanti alla difesa, ma il Pitbull ha meritato consensi. Voto: 6,5
JOEL OBI – Giocatore di coppa europea, in campionato si è visto praticamente solo nel derby. E ha lasciato il segno. Null’altro da segnalare, ennesima stagione da sparring partner con poche note degne di segnalazione. Voto: 5,5
ASSANE GNOUKOURI – Una delle sorprese stagionali, è emerso dalla Primavera e si è guadagnato una maglia da titolare contro Milan e Roma, mica quisquiglie. Disimpegnandosi bene, tra l’altro. Ha convinto Mancini, ora bisogna lasciarlo crescere. Voto: 6
MARCELO BROZOVIC – Al suo arrivo sembrava il Messia di questa Inter: l’esordio contro il Palermo è stato da stropicciarsi gli occhi. Poi il calo, inevitabile, che lo ha portato ai margini della formazione titolare e che hanno alimentato i dubbi sulle sue qualità. Tornato nel finale di stagione, ha mostrato segnali di vitalità che lasciano ben sperare. Voto: 6-
RENE KRHIN – Spezzoni di partite par lui, ancora una volta mezza stagione gettata al vento fino alla cessione in prestito al Cordoba in Liga. Lui e l’Inter non sono mai andati veramente d’accordo. Voto: SV
HERNANES – Più volte lo ha ammesso lui stesso: ha fatto fatica per ¾ di stagione a causa del post-Mondiale e di due-tre problemi fisici che lo hanno tenuto lontano dalla migliore condizione. Poi, una volta recuperata, ha dimostrato di poter essere un fattore per questa Inter, soprattutto quando Mancini ha sciolto il dubbio tattico e gli ha affidato la trequarti. È il rimpianto principale. Voto: 6+
YANN M’VILA – Doveva essere il pilastro davanti alla difesa, si è rivelato un flop soprattutto a causa di una condizione atletica quasi imbarazzante e ritrovata troppo tardi per prendersi un posto in squadra. Mazzarri gli ha dato fiducia fino a un certo punto, Mancini ha chiesto di rispedirlo al mittente. Voto: 5
PABLO DANIEL OSVALDO – Fino al fattaccio dello Stadium probabilmente è stato il migliore tra gli attaccanti nerazzurri. Arrivato come alternativa a Icardi, ha sfruttato gli acciacchi di Palacio per diventare un irrinunciabile (7 reti complessive e 5 assist, serviva altro?). Peccato per l’epilogo del 6 gennaio, poteva dare ancora molte soddisfazioni. Voto: 6
RODRIGO PALACIO – Se Hernanes è stato il rimpianto nerazzurro di questa stagione, El Trenza non è poi da meno, soprattutto per WM. Assente causa caviglia malconcia per 4-5 mesi, una volta trovata la continuità fisica è diventato il solito punto di riferimento tattico e tecnico dell’Inter. Con Icardi è stato amore a prima vista, insieme hanno retto la carretta offensiva per tutta la seconda parte di stagione. Avesse iniziato così come ha finito… Voto: 6+
MAURO ICARDI – Mister continuità, sotto porta è stato l’unico vero guy to go sin dall’inizio della stagione. A qualche pausa che lo rendeva impalpabile in campo, ha alternato prestazioni da killer spietato tenendo a galla l’Inter nei momenti peggiori. E con Mancini, dopo le prime ramanzine, è cresciuto a livello tattico. Capocannoniere della Serie A assieme a Toni, la sensazione è che non abbia ancora mostrato tutto il suo talento. Voto: 7+
LUKAS PODOLSKI – Arrivato a gennaio in pompa magna, l’entusiasmo si è presto sgonfiato a fronte di una condizione atletica ai limiti dell’impresentabilità. Serio professionista, si è sempre allenato nel modo giusto ma il ritardo fisico è stato determinante. Di lui si ricordano spezzoni di partita e il gol di Udine che ha portato in dote 3 punti. La sua fama non ha trovato conferma sul campo. Voto: 5,5
GEORGE PUSCAS – Pochi minuti in campo, con la soddisfazione dell’esordio da titolare a Napoli in Tim Cup. Il futuro è suo. Voto: SV
XHERDAN SHAQIRI – Forse la principale delusione del l’illusorio mercato invernale, ha subito mostrato le qualità che gli vengono riconosciute ma come un palloncino che si avvicina lentamente al sole si è sgonfiato, al punto da metterne in discussione la conferma. Calo prevedibile, accompagnato da un problema al polpaccio che ha influito sulle sue prestazioni. A tratti impresentabile nel finale di stagione, ma va valutato sin dal ritiro di Brunico. Voto: 5
FEDERICO BONAZZOLI - Poche occasioni di mettersi in mostra, ma tutta la stimaa dei tifosi che lo hanno sempre sostenuto soprattutto per le prestazioni con la Primavera. Decisivo contro la Lazio: suo il cross da cui nasce il 2-2 di Palacio. Il futuro è suo, ma a Genova purtroppo. Voto: SV
WALTER MAZZARRI – Un esonero che a un certo punto è diventato quasi inevitabile. Il clima creatosi intorno a lui ha costretto il paziente Thohir a liquidarlo per restituire entusiasmo a un ambiente quasi apatico, eppure la classifica non era ancora così tragica alla luce dei problemi sofferti sin dall’inizio: Palacio a pezzi, Hernanes assente, esterni a singhiozzo ed errori dei songoli. Merita attenuanti, ma non la sufficienza. Voto: 5,5
ROBERTO MANCINI - il suo arrivo ha quanto meno riportato entusiasmo e giocatori di livello all’Inter. Però il campo non ha sortito gli effetti sperati, al punto da perdere il treno europeo dopo una serie infinita di occasioni gettate al vento e di errori macroscopici dei singoli. Bilancio complessivamente negativo, lo ha ammesso lo stesso Mancio, ma l’impatto incostante del mercato invernale e una rosa a cui mai lui avrebbe dato l’ok hanno influito sul campo. Va rivalutato con una rosa (si spera) più di suo gusto. Voto: 5,5
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