Gianfranco Bedin è stato uno degli eroi della Grande Inter e, nel 1966, conquistò la prima stella dopo il 4-1 sulla Lazio. Ne ha parlto alla Gazzetta dello Sport.

Bedin, quale fu la prima sensazione quel giorno?
"Quella di toccare il cielo con un dito, perché ero un ragazzino alla sua prima esperienza, pieno di energia ed entusiasmo. Mi sentivo invincibile".

Nel '66 avrebbe creduto che per la seconda stella sarebbero serviti altri 58 anni?
"Ovviamente no, già ai miei tempi avremmo potuto vincere altri scudetti, oltre alla Coppa Campioni contro il Celtic. Invece nel '67 arrivammo a fine stagione stracotti e in quattro giorni, tra Lisbona e Mantova, ci scivolò tutto tra le dita".

Cosa risponderebbe a chi le dovesse dire che gli scudetti sul campo sono 19?
"Mi farei una grande risata e gli direi che sono tutti e 20 meritatissimi. E che avremmo potuto e dovuto vincerne diversi altri... Non mi faccia aggiungere altro. Noi siamo orgogliosi dei nostri scudetti. Dovrebbero solo applaudirci, dopo un campionato del genere".

Quella di Inzaghi è stata l'Inter più bella?
"Di sicuro ci siamo divertiti tanto. Vedo in Lautaro e compagni la stessa convinzione che avevamo noi. Grande rispetto per gli avversari, ma sapevamo che alla fine vincevamo noi".

Quanto è stato bello vincere lo scudetto nel derby?
"Temevo che ne nascesse una partita bloccata tra paura loro di perdere un'altra volta e la nostra di vincere. Invece è arrivata anche il successo che rende il nostro campionato ancora più straordinario. Sei derby vinti di fila non li dimentica nessuno".

Quanto le ha fatto piacere raggiungere la seconda stella prima del Milan?
"Lo prendo anche come un risarcimento per lo scudetto che abbiamo prestato loro 2 anni fa...".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 27 aprile 2024 alle 09:38 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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