San Siro nerazzurro, dopo la triste prima volta senza pubblico contro il Benevento in Coppa Italia, riapre oggi i battenti in campionato contro il Sassuolo. Ancora una volta il Meazza sarà privo di paganti e abbonati, anche se l'Inter ha ottenuto dalla Federcalcio il permesso di far entrare undicimila bambini, divisi tra iscritti alle scuole calcio nerazzurre, tesserati del Csi e altri istituti scolastici scelti per l'occasione. Non mancherà una scenografia ad hoc per ricordare che il 9 marzo 1908 i padri fondatori decisero che gli interisti dovevano essere fratelli del mondo. E' scattata prepotente e impetuosa la campagna del club contro il razzismo da stadio.
E allora scriviamo tutti “Buu” invece di gridarlo, facciamo conoscere a chi ancora non sa, la splendida iniziativa denominata Brothers Universally United. Questo è il Buu che ci piace, questo è il Buu che virtualmente dovrà essere scritto su tutti gli striscioni. E non c'entra il tifo normale o quello ultrà. C'entra il senso civico, c'entra la volontà di non discriminare un'altra persona per il colore della sua pelle. Certo, se ciò avvenisse anche nella vita di tutti i giorni, se Buu (Brothers Universally United), fosse una delle prime cose da insegnare ai propri figli, forse sarebbe più semplice che forme di razzismo non si manifestino negli stadi.
Intanto l'Inter, colpita pesantemente dopo i buu a Koulibaly, ha deciso di non fare ricorso contro una squalifica di San Siro abnorme rispetto a quanto succede in altre piazze, ma di attivarsi per qualcosa che sposti veramente l'attenzione sul problema. Applausi! Anche se capisco l'amarezza dei tanti tifosi che non potranno andare allo stadio per l'ottusità di certi provvedimenti che colpiscono nel mucchio, perché così è più facile. L'Inter ritroverà parte della sua tifoseria giovedì 31 gennaio contro la Lazio, quando invece rimarrà ancora chiuso il secondo anello verde, meglio conosciuto come Curva Nord. Alcuni dei frequentatori di quel settore pagheranno, se sarà giusto e certe accuse saranno provate, anche per quanto successo prima di Inter-Napoli.
Ma attenzione nel pensare che il problema si possa risolvere gridando che tutti gli ultras dell'Inter siano dei delinquenti. Perchè non è vero. Perché quel settore, che non pretende certo di essere un posto dove si viva la partita bevendo del the e gustando pasticcini, è l'unico dello stadio che si sgola per 90 minuti affinché la squadra possa vincere. E' quel settore che in occasione dei derby riempie i cellulari di tutti gli altri spettatori intenti a immortalare le splendide scenografie. Quelli sono gli ultras dell'Inter. Chi invece va allo stadio per giocare alla guerra, è giusto che paghi con pene certe dopo un regolare processo. Naturalmente il discorso deve valere per tutti i delinquenti da stadio, non solo per chi possieda una sciarpa nerazzurra.
Passiamo al campo. L'Inter torna questa sera a giocare per i tre punti dopo aver raggiunto i quarti di finale di Coppa Italia, battendo agevolmente il Benevento. Prima della lunga sosta, la Beneamata aveva ottenuto in campionato una importante vittoria ad Empoli, tre giorni dopo l'altrettanto importante successo contro il Napoli. Sei punti conquistati che sanno di continuità, quella qualità che Luciano Spalletti insegue giustamente per poter considerare l'Inter definitivamente in grado di fare quel salto di qualità necessario per puntare a grandi traguardi. Ieri in conferenza stampa il tecnico nerazzurro ha alzato l'asticella dicendo chiaramente: “Puntiamo a vincere un titolo, perché una società come l'Inter, è troppo che non vince. Intanto cerchiamo di andare a prendere il Napoli”.
Bene, i partenopei sono avanti di cinque punti in classifica, mentre la Lazio, attualmente al quarto posto, ha sette lunghezze meno dell'Inter. Secondi o terzi, nulla cambierebbe nella sostanza, ma tanto cambierebbe se si pensi ad un salto di qualità sul piano della mentalità e della costruzione di una squadra in gradi di poter scalfire la dittatura della Juventus a partire dalla prossima stagione. La società è forte e solida economicamente. Interessanti partnership si profilano all'orizzonte. I paletti imposti dal Fair Play Finanziario, che rimarrà comunque in vigore per tutti o quasi, saranno meno alti e l'Inter potrà, dal prossimo luglio, operare con una certa forza sul mercato. Sono troppo allettanti le prospettive future per non cercare di fare sempre meglio nel presente.
Questa sera arriva al Meazza il Sassuolo, che, nonostante sia stato per due volte travolto da perentori 7-0, ora rappresenta la vera bestia nera per l'Inter. Da registrare quattro sconfitte nelle ultime quattro gare, l'ultimo successo in casa risale al 2014. Nella scorsa stagione la sconfitta al Meazza per 2-1 costrinse i tifosi nerazzurri a seguire in apnea Crotone-Lazio del giorno dopo. Una pronosticabile vittoria dei biancocelesti avrebbe significato l'estromissione dalla Champions League, rendendo l'ultima uscita all'Olimpico con la Lazio un'inutile scampagnata e non l'epica sfida passata alla storia per il grido: “La prende Vecino”. Sappiamo tutti come è andata, sappiamo anche che i nerazzurri non hanno avuto la personalità necessaria ad andare avanti in Champions, nonostante il gruppo proibitivo fosse girato a favore dopo le vittorie con Tottenham e Psv Eindhoven nelle gare di andata del girone.
Tant'è, sarà Europa League, uno di quei due traguardi che Spalletti e la società vorrebbero conquistare. L'altro è la Coppa Italia, l'ultimo trofeo alzato al cielo dalla Beneamata nel lontano 2011. Ma intanto, questa sera, c'è da battere il Sassuolo del milanista Squinzi, che, a parte la famiglia e il suo dorato lavoro, vive per tre cose: le vittorie di Milan e Sassuolo e le sconfitte dell'Inter. Non sarà facile avere ragione della squadra di De Zerbi. I neroverdi emiliani incassano molti gol, ma giocano bene a calcio e hanno elementi tecnicamente validi che, per caratteristiche, possono dare fastidio alla banda Spalletti. La gara di andata è l'esempio di quanto affermato anche se nell'occasione gridarono vendetta un rigore fasullo assegnato ai padroni di casa e uno, sacrosanto, per fallo su Asamoah non visionato dal Var, negato all'Inter.
Questa sera non ci sarà tifo organizzato al Meazza, non rulleranno i tamburi e non sventoleranno le bandiere, ma lo stadio sarà comunque un fattore per le lodevoli iniziative ideate dal club. L'Inter avrà il dovere, dopo il fischio di inizio decretato da Luca Pairetto, (buon lavoro perché non possono ricadere sui figli le colpe dei padri), di spingere subito sull'accelleratore per far capire a Squinzi e compagni che non ci sarà trippa per gatti, come si dice in gergo. Dovrebbe giocare dal primo minuto Radja Nainggolan. Il Ninja sembra aver cambiato registro, si allena con impegno, lo ha fatto anche la notte di Capodanno in quel di Cagliari. Spalletti lo aspetta perchè sa che il miglior Nainggolan possa contribuire in maniera decisa al salto di qualità a cui è chiamata l'Inter in questo girone di ritorno.
Non sarà disponibile, purtroppo, Keita Baldè, fermato in allenamento da un problema muscolare. Decisivo a Empoli, l'ex laziale sarebbe servito, eccome. Ma l'Inter, come sottolineato ieri dal mister, ha la rosa adatta per sopperire a qualsiasi assenza. Intanto, mentre scriviamo, apprendiamo che Wanda Nara ha dichiarato a “Striscia la Notizia” che Mauro Icardi rinnoverà il contratto con l'Inter e che non c'è nessuna distanza tra le parti. Per una notizia così importante per i tifosi dell'Inter, Wanda ha scelto l'ottimo Valerio Staffelli, anche se milanista, e il suo tapiro. Pazienza, roba da Pazza Inter. Che non smetterà mai di essere tale, perché a noi piace così.
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