Giovedì sera tranquillo in casa Inter. E già questa, rispetto alle potenziali abitudini e alla sublime capacità storicizzata della Beneamata di rovinarsi con le proprie mani, è una buona notizia. Certo, davanti c’era una compagine come il Rapid Vienna che non poteva incutere timore, né alla vigilia del match, né tantomeno dopo il gioco macchinoso e abbondantemente limitato della gara di andata da parte degli austriaci. I nerazzurri hanno fatto solo il proprio dovere. Quindi evitiamo accuratamente voli pindarici ma diamo i giusti meriti alla squadra di Spalletti per una qualificazione più che meritata e mai in discussione. Tutti più che sufficienti. Bravi. Pacca sulle spalle e avanti verso il proprio obiettivo. Bene così insomma.
Un discorso a parte e specifico lo merita Ranocchia. Eccome lo merita. Partiamo dal suo comportamento e non dalla prestazione arricchita da un gran gol. Di quella paradossalmente mi importa meno. Ecco, se tutti gli atleti che si sono susseguiti a Milano negli anni infausti (e ce ne sono stati) avessero avuto l’atteggiamento di Andrea, il suo attaccamento alla maglia, la voglia di non polemizzare mai e di dare sul campo più del 100% delle proprie capacità, sono convinto che l’Inter avrebbe lottato per obiettivi ben più importanti del terzo posto e del trionfo in Europa League. Ranocchia è un uomo. Una persona matura che non ha bisogno di alzare la voce o di essere sempre al centro dell’attenzione per sentirsi più importante. Ha il contratto in scadenza tra pochi mesi e vuole guadagnarsi il rinnovo nelle rare occasioni in cui viene chiamato in causa. Senza fare cinema o soap opere che terrebbero incollate allo schermo pure le casalinghe disperate a cui il calcio non frega nulla. L’ex Capitano, eh sì, perché pure a lui negli anni scorsi è stata tolta la fascia, dopo aver subito critiche di ogni tipo è rientrato nel cuore dei tifosi. Tra lui e i supporters c’è quella naturale empatia che ha fatto sì che esultassero e sorridessero in modo genuino e spontaneo dopo la rete del 2-0 sul Rapid.
Attenzione: i giudizi negativi, quelli calcistici, ci possono sempre stare. Deve essere così. Fanno parte del gioco. Non è che se uno è un bravo ragazzo merita a prescindere un voto alto in pagella. Ma cosa vuoi dire a Ranocchia sul come scende in campo? O sul come si comporta fuori dal rettangolo verde di gioco? Niente, perché semplicemente non si può. Frog è un esempio. La dimostrazione con il suo modo di essere di come i bulli siano davvero degli sfigati. L’evidenza di come i bambocci dovrebbero solo stare zitti, ascoltare e imparare. Bambini, prendete esempio. Non è che chi urla, sbraita o prevarica sugli altri ha ragione, anzi. Chi lo fa ha sicuramente un problema. E non serve Freud o una laurea per capirlo.
Postilla a parte per Perisic. Dove sono tutti quei sapientoni che sostenevano come Ivan non sarebbe mai stato perdonato dai tifosi? Avranno sentito il suo nome intonato dai tifosi dopo il 3-0 E la prestazione superba contro il Rapid? Se giochi bene meriti le lodi, se non lo fai e magari ti poni mali cerchi le critiche.
Vabbè, dopo la mini lezione antropologica e sociale, torniamo al calcio. Il calendario dice Fiorentina: una trasferta complicata e con una Viola rancorosa e con voglia di rivalsa dopo quanto successo all’andata. Non ci fosse stato per il Biscione quel k.o. interno col Bologna ci sarebbe potuto stare anche un pareggio. Ma dato che con i se e con i ma non si va da nessuno parte, e soprattutto a causa dell’affermazione felsinea in quel di San Siro, serviranno i tre punti. Che arriveranno, a meno di imprevisti o condizionamenti vari, se l’Inter cercasse davvero la vittoria. Se tutti dovessero giocare con l’impegno, la concentrazione e il desiderio di far vedere chi siano davvero. Perché scrivo questo? Semplice: le motivazioni e l’atteggiamento contano quanto le capacità tecniche. Altrimenti la squadra più forte vincerebbe sempre contro quella più debole. E non ci sarebbero mai delle sorprese. Se però tutti questi fattori si equivalgono, allora, nove volte su dieci vince il team migliore. E chi lo è sulla carta e ha più punti in classifica tra Inter e Fiorentina? Esatto. Ma le parole non servono. Conta solo la dimostrazione di una risposta veritiera, e corrispondente a quanto pensato, sul verde del Franchi.
VIDEO - INTER-RAPID, TROPPO FACILE: PERSINO TRAMONTANA ESULTA "CON TRANQUILLITA'"
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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