È inutile fare finta di nulla. Quando mercoledì scorso dal Franchi di Firenze è giunta la notizia del quarto gol della Lazio che sanciva la vittoria di forza in rimonta dei biancocelesti sulla Fiorentina, che era riuscita anche a portarsi sul 2-0 prima e sul 3-2 a favore poi, per l'Inter e i suoi tifosi è stata una mazzata. Non tanto perché, dopo il poker rifilato ventiquattro ore prima al Cagliari, la Beneamata fosse scivolata nuovamente al quinto posto ad un punto della romane, ma per il fatto che la Lazio di Simone Inzaghi abbia dimostrato che vuole fortemente giocare la prossima stagione in Champions League, possedendo tutte le qualità, tecniche e morali, per raggiungere l'obiettivo. Mi soffermo sulla Lazio e non sulla Roma, in quanto i biancocelesti sono considerati gli “intrusi” tra le aspiranti al terzo e quarto porto. Il termine lo ha coniato lo stesso Simone Inzaghi dopo il derby pareggiato con la Roma. E il calendario propone per domenica 20 maggio, ultima giornata di campionato, un Lazio-Inter che non evoca ricordi piacevolissimi. Tant'è.
In casa Inter aumentano dunque i rimpianti per i punti gettati al vento nel derby e a Torino con i granata, in due gare passate alle cronache per le numerose e incredibili occasioni da rete fallite dai nerazzurri. Ma basta piangersi addosso. La squadra è viva, competitiva, gioca bene e crea. Un passo indietro, come fluidità di manovra, si era registrato a Bergamo con l'Atalanta, addirittura imbarazzante il primo tempo in cui fortunatamente non si è incassato il gol che sarebbe poi stato difficilissimo rimontare ad un avversario che nella sua tana fa soffrire tutti. Però anche al cospetto della banda Gasperini, quest'Inter ha sfiorato in un paio di occasioni il colpaccio e poi contro il Cagliari ha stravinto, offrendo spettacolo.
Purtroppo Luciano Spalletti perde per infortunio in questo rush finale Roberto Gagliardini. L'ex atalantino, pur non rubando l'occhio per qualità, si stava rivelando però pedina assolutamente funzionale nel nuovo assetto di centrocampo con l'ottimo Brozovic in regia e il talentuoso Rafinha sulla trequarti. E lo stesso tecnico di Certaldo ha sottolineato come Gagliardini e Brozovic avessero trovato un'intesa naturale che permetteva alla squadra di proporre una circolazione di palla molto più veloce e in verticale di quanto riuscissero a fare, invece, i più compassati Borja Valero e Vecino. L'elemento in grado di sostituire Gagliardini senza troppi scompensi, sembra proprio Matias Vecino, anche lui non al meglio causa una fastidiosa pubalgia, ma che dovrebbe essere disponibile per la rognosa trasferta di Verona sponda Chievo.
Al Bentegodi l'Inter non ha alternative al conseguimento della vittoria. Giocherà domenica alle 15, conoscendo già il risultato della Roma che, con la testa a Liverpool, sarà impegnata oggi sul difficile campo della Spal, a caccia di punti salvezza. In contemporanea a Chievo-Inter si disputerà invece Lazio-Sampdoria, con i blucerchiati che non stanno vivendo un momento brillante, ma reduci dalla vittoria all'ultimo respiro con il Bologna che alimenta le speranze di un ingresso in Europa League. Calcoli e incroci che però, ribadisco, non possono prescindere da un successo interista contro la squadra di Maran. Il Chievo, dopo un buon inizio di stagione, è scivolato lentamente, ma inesorabilmente in piena zona retrocessione e ci vorrà quindi la migliore Inter per portare a casa i tre punti.
Conforta la gara di andata, stravinta al Meazza con un perentorio 5-0, ma sappiamo anche che i nerazzurri in trasferta non hanno la stessa autorevolezza mostrata in quasi tutte le gare giocate a Milano. Servirà una prestazione senza freni mentali, l'Inter dovrà cercare di imporre sin dalle prime battute la legge del più forte e buttare la palla dentro appena arriverà l'occasione. La fase difensiva sta funzionando bene, un solo gol incassato nelle ultime otto partite, il problema è finalizzare quanto si riesca a creare. Potrà servire ancora la freschezza e l'imprevedibilità di Karamoh o l'esperienza e la serietà di Candreva, ma la garanzia in avanti continua a chiamarsi Mauro Icardi che contro il Cagliari ha realizzato il venticinquesimo gol in ventotto presenze.
Con cinque partite ancora a disposizione, Icardi ha eguagliato quindi Ronaldo che realizzò lo stesso numero di reti nella stagione '97-98 e Zlatan Ibrahimovic, lo svedese raggiunse lo score nel 2008-2009. Contro il Cagliari il capitano nerazzurro non ha solo segnato per la gioia di chi lo vuole, giustamente, attaccante completo. Maurito ha pressato, cucito il gioco, ha sfornato assist, ha trascinato la squadra. Perchè lui, che a 25 anni ha ancora ampi margini di miglioramento, all'Inter ci tiene e con la maglia dell'Inter vorrebbe giocare la prossima stagione in Champions League. Come vorrebbero rivivere certe emozioni tutti i tifosi nerazzurri che un pò si sono stancati di riguardare con nostalgia foto e filmati delle imprese che partorirono il Triplete, che comunque custodiamo gelosamente come unicum in Italia. Mancano cinque partite da battaglia sportiva. Le cinque giornate di Milano (nerazzurra) per il nostro risorgimento.
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