"Se Mauro fosse mio figlio, lo terrei chiuso in casa una settimana pur di risolvere la situazione con l'Inter. Più passa il tempo e più le cose si vanno ingigantendo. Così ci stanno rimettendo tutti. La squadra ha bisogno di lui e dei suoi gol, ma anche Icardi ha bisogno di giocare. Continuando a restare fuori, rischia solo di peggiorare e perdere la condizione". Parole da papà ma sopratutto da cuore nerazzurro quelle di Riccardo Ferri, che analizza il turbolento momento interista ai microfoni di FcInterNews.it. Una lunga chiacchierata in cui la bandiera dell'Inter (418 presenze con la Beneamata) parla di tutto: dalla nuova politica di Marotta all'arrivo di Godin passando per la crisi di risultati e l'Europa League alle porte. Con un focus importante, naturalmente, sulle vicende di spogliatoio e il caso riguardante l'ex capitano Mauro Icardi.
Partiamo dal campionato. L'Inter è scivolata al quarto posto e sta faticando. Che spiegazione si è dato?
"Ci sono degli alti e bassi evidenti, sono sotto gli occhi di tutti. L'Inter dipende dai lampi dei suoi campioni, è una squadra che vive sulla giocate dei singoli. Se girano Nainggolan, Perisic e Icardi, le cose funzionano. Altrimenti emergono le difficoltà. Detto questo, l'Inter resta la terza forza del torneo per valori e competitività: per questo c'è un po' di preoccupazione. L'obiettivo della società era di arrivare con slancio in Champions, senza soffrire fino all'ultimo come l'anno scorso. Resto convinto che i nerazzurri centreranno la qualificazione Champions, non entrare tra le prime quattro sarebbe un fallimento".
Alle porte c'è la trasferta di Europa League a Francoforte: i nerazzurri dove possono arrivare in questa competizione?
"L'Inter può arrivare in fondo e lottare per vincere la coppa. Ci sono due-tre squadre forse più esperte a questi livelli, ma i nerazzurri hanno tutte le carte in regola per giocarsi il trofeo. Non dimentichiamo quanto la squadra ha fatto di buono in Champions in un girone durissimo. È stato da molti sottovalutato il Tottenham che è una delle squadre più forti e che giocano meglio in Europa. Basta vedere cosa hanno fatto all'andata contro il Dortmund...".
Le piace il nuovo corso dirigenziale con Marotta?
"Il suo arrivo è stata la classifica ciliegina sulla torta. L'Inter aveva già una struttura ben organizzata e composta da persone competenti, ma con Marotta ha fatto un salto di qualità affidandosi a uno dei dirigenti più esperti e bravi d'Europa. Il ciclo vincente della Juventus porta la sua firma, pochi in giro conoscono il mondo del calcio come lui".
Cosa si aspetta sul mercato?
"Per costruire una squadra vincente serve la giusta miscela tra giovani e giocatori esperti. Leggo di Chiesa e Barella e mi sembrano due ottimi rinforzi. Due ragazzi italiani e di talento, è importante per vincere avere uno zoccolo duro di giocatori italiani nello spogliatoio. È stato così per la Juve, ma anche per la mia Inter con Zenga, Bergomi eccetera".
A proposito di spogliatoi: quello attuale dell'Inter ha fatto scintille. Lei stesso ha parlato a Tiki Taka del faccia a faccia tra Icardi e Perisic. Se Riccardo Ferri fosse stato un giocatore di questa Inter, come si sarebbe comportato?
"È normale in un momento delicato della situazione che si possano creare frizioni e incomprensioni. Si parla e ci si confronta, però bisogna evitare che la cosa divampi costringendo l'allenatore e la società ad intervenire. Ci fossimo stati io e lo Zio Bergomi, innanzitutto ci avremmo messo la faccia e poi avremmo preso da parte Icardi e Perisic: si andava una sera tutti insieme a cena e si risolvevano le questioni tra di noi. Per il bene comune di tutti che resta l'Inter. Le dico di più...".
Prego.
"Non è che per forza tutti i giocatori che fanno parte di uno spogliatoio debbano essere amici o uscire a cena insieme. Quello che conta, quando si arriva ad Appiano Gentile, è lavorare con impegno e in armonia: tutti devono sapere che i compagni stanno remando dalla stessa parte".
Stavolta però con Icardi le cose hanno preso un'altra piega...
"Ci sono regole scritte e soprattutto non scritte in uno spogliatoio. Per me bisogna risolvere tutto nello spogliatoio nel giro di pochi giorni, senza l'intervento di società e allenatore. Ovvio che poi determinate affermazioni possono provocare reazioni in un compagno".
È il caso delle dichiarazioni settimanali di Wanda Nara in TV ma anche sui social. Tra l'altro lei non ha fatto sconti in diretta a Tiki Taka...
"Io ho espresso il mio parere, suffragato da quanto sapevo e dalle informazioni in mio possesso. Ci tengo a specificarlo: non volevo nè pubblicità nè essere il paladino di una o dell'altra parte in causa. Il mio era un suggerimento da parte di chi conosce e ha vissuto lo spogliatoio, perché poi ogni giocatore si fa una sua opinione su quanto accade. La vicenda va avanti ormai da troppo tempo: basta chiacchiere, ora contano i fatti!".
Vista da vicino, che impressione ha avuto della manager Wanda?
"Parlo solo del lato procuratrice. Un manager deve facilitare il proprio assistito col proprio lavoro. In questo caso non c'è stata la disponibilità da parte del manager di aiutarlo. Le sue continue dichiarazioni in questa stagione hanno messo in difficoltà Mauro e hanno innescato le dinamiche di spogliatoio, con le varie polemiche e discussioni tra giocatori come quanto successo".
Sono stati fatti degli errori?
"Forse sarebbe stato meglio che la situazione venisse presa di petto dentro lo spogliatoio. Il fuoriuscire costante all'esterno di voci e notizie hanno avuto solo il risultato di amplificare la questione".
Da ex leader dell'Inter che consiglio si sente di dare a Icardi?
"Per età potrebbe essere mio figlio, perciò gli parlerei da papà. Gli direi che questa situazione non fa bene nè a lui nè all'Inter e che va risolta, in fretta. Più il tempo passa, più la questione si ingigantisce invece di sgonfiarsi. Credo che Icardi debba tornare a fare il calciatore per se stesso. Se continua a restare fuori, perde condizione e non aiuta appunto se stesso. Se c'è amore per l'Inter lo dimostri perché oggi l'Inter ha bisogno di lui. La squadra ha bisogno dei suoi gol e lui può essere determinante per Champions e Europa League. Dalla situazione creatasi nessuno ha un reale vantaggio. Si deve pensare per obiettivi comuni. La fascia? Mauro non ci pensi e non si faccia accompagnare dall'orgoglio in questa fase".
Sui social per questa vicenda e i risultati negativi è finito nel mirino di parte dei tifosi Luciano Spalletti. Resta l'uomo giusto per guidare l'Inter anche in futuro?
"Ci sono delle responsabilità di Spalletti, ma ha fatto cose positive in queste due stagioni. Quando è arrivato c'erano tanti giocatori demotivati, Spalletti ha dato una precisa identità al gruppo e un po' di ordine nello spogliatoio. Il quarto posto dell'anno scorso ha la sua firma e nel calcio ci si dimentica in fretta. È vero anche che le difficoltà attuali non erano preventivabili e ci si attendeva forse di più in classifica. Spalletti va aiutato e sostenuto, perché allena l'Inter. Poi a fine stagione in base agli obiettivi centrati la società deciderà, ma fine ad allora merita il massimo sostegno e aiuto da parte di tutti coloro che hanno a cuore i colori nerazzurri".
Torniamo al mercato: da ex difensore un giudizio, infine, sull'arrivo di Godin.
"Lo reputo grande colpo di caratura internazionale. Godin è un giocatore di grande rendimento e leadership che incarna il senso di appartenenza della squadra per cui gioca. Mi piace molto".
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Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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