Oddio c'è la sosta per le Nazionali, che noia. Macché. L'interista non riesce a rilassarsi neanche quando la propria squadra non gioca per due settimane. Eh sì che la voglia di rivederla in campo, già contro l'Empoli a Pasquetta, è tantissima. Intanto di situazioni intorno alla squadra di Simone Inzaghi continuano ad accadere.

C'è la delicata questione sul destino di Francesco Acerbi, in mano al Procuratore Federale che ha ascoltato sia lui sia Juan Jesus e la prossima settimana si esporrà in merito. C'è questa intricata vicenda sulla causa intentata a Steven Zhang da parte di China Construction Bank, con un debito da 320 milioni da ieri esigibile anche in Italia. Ma la vera preoccupazione riguarda Stefan de Vrij, rientrato dal ritiro della Nazionale oranjie con un problema muscolare all'adduttore. Uno scherzo del destino, considerando che l'olandese era la prima garanzia per Inzaghi in caso di squalifica di Acerbi.

Certo, si può trarre un vantaggio dalla dolorosa eliminazione in Champions League: giocare una volta a settimana permetterà di dosare le energie e non patire troppo eventuali assenze, senza sapere se e quanto mancheranno i due centrali titolari. Già contro l'Empoli potremmo vedere in mezzo al tridente arretrato Alessandro Bastoni, con il rientrante Carlos Augusto braccetto sinistro. Oppure, chissà, Yann Bisseck, per il quale non va escluso assolutamente un futuro da perno centrale: stazza, visione e tecnica gli sono amici, ma bisognerà sviluppare quella leadership che permette di guidare il traffico davanti al proprio portiere. C'è tempo per il tedesco. L'auspicio è che De Vrij, al netto del destino di Acerbi, possa tornare a disposizione nel giro di un paio di settimane, perché in tutta franchezza è delittuoso anche solo pensare di privare la corsia mancina nerazzurra dell'apporto di Basto, anche solo per necessità. Problema di Inzaghi, comunque, e lui sa meglio di chiunque altro come risolverlo.

Tornando alla questione Acerbi-Juan Jesus, probabilmente è un errore anche solo affrontare il discorso in questo momento. La pubblica inquisizione ha già mosso i propri passi, ma togliendosi la maglia è giusto ricordare che la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva è un valore indiscutibile. Partendo dal presupposto che questa non può rimanere recintata nel concetto di 'questione di campo', è inevitabile che chiunque si sia fatto una propria idea in merito, accusatrice o garantista. La soluzione in un mondo ideale sarebbe la sospensione del giudizio, ma sappiamo tutti che l'istinto porta la platea a prendere subito una decisione, neanche fosse la corte di giurati presso un tribunale.

Poco importa il passato clinico di Acerbi, il fatto che sia un brav'uomo su cui chiunque lo conosce metterebbe la mano sul fuoco. Anche la persona più inattaccabile umanamente e socialmente può sbagliare, perché qui di un presunto errore si tratta. Il difensore dell'Inter verosimilmente non è razzista, ma se fosse dimostrato che Juan Jesus ha un ottimo udito allora avrebbe commesso un grave errore e per questo dovrebbe pagare, com'è giusto in uno stato di diritto. Nessuna gogna, quella è solo espressione dei più repressi istinti del pubblico. Ma la punizione va tarata al suo comportamento. Più semplicemente, chi sbaglia è giusto che si prenda le proprie responsabilità, ma prima l'errore deve essere accertato e non solo ipotizzato. Altrimenti l'inattaccabile concetto di presunzione di innocenza andrebbe a farsi benedire. Pertanto, senza prendere le parti di nessuno o scegliere da che lato stare, il buon senso invita ad aspettare che la giustizia faccia il suo corso (e la società Inter si comporterà di conseguenza). Consapevoli che in questo caso non ci si trova di fronte a criminali acclarati, ma a uomini soggetti all'inevitabile imperfezione.

E, per chiarire subito, guai a chi sostiene che in base a come finirà la vicenda Acerbi questa possa influire sulla bellezza dello Scudetto che l'Inter si appresta a conquistare. Nulla potrà intaccare la gioia e la soddisfazione che i tifosi stanno provando ormai da mesi nel vedere la propria squadra bella e vincente. In questo caso non esiste Procura Federale in grado di intromettersi, perché l'unico giudice degno di esprimersi è il campo. E a quanto pare l'ha fatto da tempo...

Sezione: Editoriale / Data: Sab 23 marzo 2024 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
vedi letture
Print