Ha vinto ancora la Juventus. Complimenti alla Juventus per il TRENTADUESIMO scudetto. Si vergogni chi, in una nota trasmissione sportiva in onda nella notte del lunedì, si è permesso di dire al grande Ivan Ramiro Cordoba, presente in studio, che quello assegnato all'Inter a tavolino nel 2005-2006, sia stato uno scudetto di merda (testuale) e di cartone regalato ai prescritti. Non era un drugo della curva bianconera a sostenere tale tesi atta smontare la realtà secondo la quale anche la Beneamata ha conquistato cinque scudetti consecutivi, bensì un attempato signore, di professione giornalista e scrittore e che ogni tanto ama dire: "Aborro". Tant'è. Cordoba, interista vero, ha risposto per le rime. Comunque, chi vuole continuare a sparlare alla faccia delle sentenze, faccia pure. Del resto ormai ci si nutre di negazionismo.
Veniamo all'attualità che riguarda la nostra Inter. Il gol di Nainggolan all'ottantanovesimo della sfida tra Roma e Napoli ha cancellato, salvo harakiri giallorosso nelle ultime tre giornate di campionato, la speranza di un raggiungimento del terzo posto. Dopo la vittoria con l'Udinese e la sconfitta della Fiorentina con la Juventus, l'Inter, salvo sorprese negli ultimi 270 minuti del torneo, si piazzerà in quarta posizione, moneta che rispecchia i valori in campo. Un quarto posto che vorrebbe dire ritorno in Europa, anche se non in quella principale, senza la spada di damocle dei preliminari che condizionerebbero preparazione e tournée americana che, piaccia o no, serve alle casse nerazzurre. Sabato, con l'Udinese, finalmente un po' di fortuna dalla nostra parte, dal possibile solito gol beffa incassato allo scadere si è passati invece alla realizzazione del 3-1 condito dal primo timbro interista di Eder. Anche contro i friulani abbiamo capito come quest'Inter abbia dei valori, giocatori importanti e un pubblico fantastico, visto che al Meazza erano presenti quasi 50 mila spettatori, tre giorni dopo la sconfitta di Genova.
Questa stagione non è minimamente paragonabile alle tristezze di quelle precedenti, è palese il processo di crescita per arrivare in breve tempo ad una squadra competitiva ad alti livelli con continuità. Sostengo ancora una volta come una delle garanzie per un futuro ad alti livelli si chiami Roberto Mancini, nonostante molti tifosi nerazzurri pensino il contrario. Chi adducendo motivazioni da rispettare, anche se non condivisibili per il sottoscritto, chi per sport. Quello sport bizzarro che si gioca chiedendo la testa dell'allenatore dell'Inter, a prescindere. Roberto Mancini può sbagliare una formazione, tardare un cambio, ma con lui in panca e nelle stanze dei bottoni, alla fine si riacquista qullo status di “Grande” che nelle gestioni precedenti sembrava essere diventato solo un bel ricordo. Per fatturato, forza della società e di squadra, la Juventus pare inattaccabile per altri anni ancora, ma si sa che nel calcio non esistono logiche ferree. E pare chiaro come all'Inter non serva l'ennesima rivoluzione, ma due o tre giocatori di spessore per diventare più forti e quindi competitivi per le primissime posizioni.
A Milano, nonostante l'obiettivo Champions sia praticamente sfumato dopo aver addirittura comandato la classifica per la prima parte del campionato, il clima è comunque frizzantino. Nel fine settimana la delegazione cinese del Suning Commerce Group è sbarcata in pompa magna, non si è cercato minimamente di nascondere la loro presenza, anzi. Una fila di van dai vetri oscurati è entrata alla Pinetina e poi al Meazza per presenziare alla gara con l'Udinese. Abbiamo assistito addirittura all'esultanza di Jndong Zhang, il ceo della Suning, al gol liberatorio di Eder che chiudeva la gara. Per poi leggere il comunicato con cui il gruppo cinese ha confermato l'interesse per un coinvolgimento nel pianeta Inter. Che vuol dire questo? Vuol dire che sul fronte societario parecchie cose si stanno muovendo per migliorare la situazione a fronte di un indebitamento che disturba. Erick Thohir smentisce alcuni organi di stampa giurando di non voler mollare, assicura che i cinesi al momento contribuiranno, se la sinergia andrà a buon fine, ad un congruo aumento di capitale. Si tratterebbe quindi dei famosi partners che mesi fa il tycoon indonesiano si era impegnato a trovare per rinforzare finanziaramente la società.
Al fianco di Thohir continua a presenziare Massimo Moratti forte del suo 29%. L'ex Presidente sembra la figura ideale per consigliare, mediare, far capire cosa sia l'Inter a chi viene da altri mondi. Piaccia o no questo è il percorso necessario per vivere e non solo sopravvivere. Senza Champions League non entreranno quei soldi che servono per un mercato senza sacrifici dolorosi, ma l'ostacolo potrebbe essere aggirato grazie all'ossigeno proveniente da Pechino. Un giorno nemmeno troppo lontano si arriverà poi alla definizione di un quadro più chiaro su chi comanderà all'Inter. Ma intanto salutiamo con piacere e curisità il fatto che il brand Inter attiri ancora. Erano in 50 mila al Meazza contro l'Udinese. Garanzia di presente e futuro.
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