Sembrano i giorni prima dell'esame. Poche certezze, timore, paura di non aver studiato abbastanza, sperando che, in qualche modo, vada comunque bene. Inter-Napoli si giocherà di sera, chiuderà la giostra dei gol domenicali. Quindi, anche nel giorno deputato, altre ore di attesa per sapere se la "Beneamata" risorgerà o affonderà in maniera rovinosa. In altri tempi queste erano le vigilie preludio alla grande impresa, l'Inter si è quasi sempre esaltata nelle difficoltà, ma ora non pare più così. Contro Cagliari e Fiorentina la squadra ha manifestato molti problemi, tra i più gravi da registrare la mancanza di personalità e il non saper reagire, da grande, alle prime difficoltà. Anzi, in campo abbiamo assistito alla versione pallonara dell'Armata Brancaleone, di nerazzurro vestita.
Poi, siccome la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo, Mazzarri ha perduto Osvaldo, che rientrerà forse solo nel derby del prossimo 23 novembre e contro il Napoli rischia di non poter schierare nemmeno Mateo Kovacic, il cui adduttore è stato messo a dura prova in Nazionale, anche se fortunatamente si escludono lesioni. In dubbio anche D'Ambrosio, vittima di un trauma distorsivo. Oggi gli esami. -4 alla sfida che potrebbe partorire una rivoluzione in casa Inter. Le ultissime parlano di un Thohir pronto a confermare Walter Mazzarri anche in caso di debacle contro Higuain e compagni. La voglia di continuare un percorso (basta con il termine progetto), e soprattutto la “prigione” del fair play finanziario imporrebbero questo.
Ma domenica sera il Meazza sarà un sorta di Colosseo meneghino. Il pollice verso del “popolo” contro il tecnico, in caso di 2 in schedina, difficilmente potrebbe essere ignorato dalla dirigenza e sappiamo come i giocatori, anche inconsciamente, tendano ad abbandonare un allenatore palesemente inviso alla Piazza. In settimana poi è bastato che circolassero i nomi di Walter Zenga, idolo di tutti gli interisti o di Roberto Mancini, che con tre scudetti, coppe Italia e supercoppa italiana inizò il meraviglioso ciclo dell'Inter vincente poi presa in consegna da Josè Mourinho, per scatenare ipotesi e fantasie. E sui famigerati “social” ne abbiamo lette di bestemmie calcistiche. “Speriamo che il Napoli ci batta largo, così Mazzarri se ne va”, la sintesi di molti post da parte di chi si professa interista, ma che preferirebbe affondare e non vedere più Mazzarri, piuttosto che tentare di risalire senza l'ennesimo avvicendamento in panchina che, nel dopo Mourinho, non ha regalato i risultati sperati.
La Curva Nord promette sostegno per tutta la gara, così come ormai avviene da tempo. Gli Ultras, affascinati dal nuovo corso societario, sostengono che sia fisiologico qualche anno di pane duro dopo gli splendori terminati a Madrid con scosse di assestamento l'anno dopo ad Abu Dhabi. Ma anche in Curva la pazienza non può essere illimitata, ecco perché la prova e il conseguente risultato di domenica sera saranno fondamentali per il futuro immediato dell'Inter nel suo complesso: squadra, società e tifosi. A Milano torna poi Rafa Benitez, uno che in nerazzurro ha tentato di dire delle verità, ma in tempi e modi assolutamente sbagliati in un ambiente che era stato piacevolmente lobotomizzato dal più grande tutti, alias Josè Mourinho, nemico giurato di Benitez.
Il suo Napoli è forte, molto più di quanto dica ora la classifica. Higuain, Hamsik, Callejon, Mertens... Aiuto. La difesa nerazzurra ha incassato ben sette reti nelle ultime due gare di campionato, come arginare l'attacco partenopeo? Ci vorrà una prova da Squadra con la S maiuscola. Reparti stretti, corsa, grinta, pressing, a casa gli interessi del singolo, esaltazione del concetto tutti per uno, uno per tutti. Ingredienti totalmente assenti contro Cagliari e Fiorentina. Non credo sia un problema di condizione atletica, credo molto ad un grosso limite mentale e di personalità. Ma la storia, il blasone, la forza di una maglia, il fascino di uno stadio, nel calcio contano e a volte fanno la differenza. Ci sarà tempo, poi, per discutere di Walter Mazzarri. -4, Inter: vedi Napoli e poi... Vivi.
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