Nelle stesse ore in cui la crisi di governo minaccia il futuro di un Conte (Giuseppe), i risvolti di mercato rendono più sereno quello di un altro Conte, l'Antonio interista. Perché l'ufficialità di Romelu Lukaku all'Inter rappresenta la concretizzazione del desiderio estivo dell'allenatore nerazzurro. Un colpo a effetto, di quelli che possono contribuire a cambiare giudizi e valutazioni. Di certo l'ex attaccante dello United va a riempire una casella vuota, uno spazio, all'interno della rosa, che mancava di un simile interprete. E lancia la sfida all'unica squadra che, fino ad ora, in Italia sembrava capace di simili operazioni.
Accolto come un top player, pagato come mai nessuno prima nella storia del club, sarà ovviamente e indiscutibilmente il rendimento sul campo e l'effetto sulla squadra a decretare se il suo ingaggio sia stato davvero il grande affare che si pensa. Resta però un dato di fatto che accontentare la precisa richiesta di un allenatore sia sempre cosa buona e giusta. Non ti affidi a uno come Conte se poi non gli metti a disposizione ciò che chiede. Perché se la sua mano si è vista già nelle prime amichevoli estive con mezza squadra a disposizione, diventa parecchio affascinante l'idea di vedere cosa possa fare con gli elementi-chiave al posto giusto. E Lukaku, al di là di cifre e numeri, un elemento-chiave lo è davvero.
Il lavoro di Conte messo in mostra nelle prime uscite stagionali si basa su alcuni principi di fondo, già ben evidenziati: pressing alto, cambi di gioco, verticalizzazioni, ripartenze a tutta velocità. L'importanza di Lukaku non sta nei suoi numeri di finalizzatore (che in quanto a gol, comunque, in Premier ha tenuto il passo di certi fenomeni come Aguero e Kane) ma nel tipo di lavoro che gli verrà richiesto. Indiscrezioni di stampa del giornalismo britannico vogliono che Conte riferì, ai tempi del Chelsea, di come Mourinho stesse utilizzando male il belga nello scacchiere dello United e cioè facendolo giocare spalle alla porta. In questo caso, sì, Lukaku risulta lento e macchinoso.
Nella testa del tecnico interista, Lukaku diventerà un ariete di sfondamento da lanciare a tutta velocità facendogliela guardare in faccia, la porta. Le corse palla al piede verso l'area avversaria sono infatti una delle migliori caratteristiche del nuovo attaccante nerazzurro, veloce molto più di quanto la sua stazza fisica imponente e massiccia possa far pensare. Uno da lanciare, dunque, nello spazio, in profondità, uno da far correre sul binario senza badare a ciò che si troverà davanti. E così che l'ex Everton potrà creare spazi, idee e occasioni per sé e per i compagni. Magari dopo una palla recuperata o un'azione ribaltata. Senza contare le giocate di sponda e i movimenti senza palla.
E il tipo di calcio che gioca Lukaku a rappresentare una novità nel modo di stare in campo che storicamente l'Inter ha avuto negli ultimi anni e che, grazie anche alla presenza di giocatori come Sensi veloci col pensiero e coi piedi, dovrebbe consentire di risolvere quei problemi di lentezza, prevedibilità, macchinosità che spesso ne hanno caratterizzato le prestazioni.
E se poi non fosse finita qui (occhio a Dzeko ma anche a Dybala senza dimenticare un possibile e anzi auspicabile rinforzo in mezzo al campo) allora il campionato potrebbe diventare un discorso interessante. Si potrebbe insomma assistere, come nel film "V per Vendetta" a un tentativo, da parte di un uomo mascherato, di rovesciare un regime. V per Vendetta è proprio un attacco al regime, la sua rottura causata da una ribellione. Molto più di un governo in crisi: accontentare Conte (l'Antonio interista) e assecondare la sua idea di calcio, rappresenterebbe un vero attacco al potere del campionato. Partendo, ma non finendo, con l'arrivo di Lukaku.
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