La strada intrapresa con forza da Beppe Marotta per allontanare da Appiano Gentile i pezzi grossi che non si sono comportati da professionisti (anche se per motivi differenti) nell'ultima stagione spallettiana ha portato a seguire la via del prestito. A volte gratuito, altre con allegato un diritto di riscatto che - se esercitato - potrebbe dare ossigeno alle casse del Biscione in vista della prossima sessione estiva di mercato. La rivoluzione è stata totale, con gli addii dei trascinatori delle ultime annate Mauro Icardi ed Ivan Perisic, del mai esploso Joao Mario e di quel Radja Nainggolan, arrivato come acquisto dell'anno appena un'estate prima e scaricato poi al Cagliari in prestito secco.
E proprio l'addio del Ninja è quello che fa storcere il naso più di tutti. E non solo per un fatto puramente tecnico-tattico, dato che Antonio Conte non ha mai nascosto l'ammirazione per il belga. Ma anche per il caso specifico e le modalità di cessione: trattandosi di prestito secco, a differenza degli altri esuberi non ha la possibilità di portare nuovi introiti (a meno che non venga aperta un'altra trattativa nei prossimi mesi con il Cagliari o con altri club per una cessione a titolo definitivo). E a differenza dei sopracitati ha recitato il mea culpa pubblicamente, ammettendo gli errori del passato, ribadendo la ferma intenzione di convincere Conte e di restare a Milano presentandosi in quel di Lugano tirato a lucido per il ritiro pre-stagionale nonostante la delicata situazione familiare legata alla malattia della moglie. Missione fallita: Marotta non ci sente, la decisione è stata presa. Nainggolan torna (gratis) nella sua amata Sardegna e trascina il Cagliari nelle zone alte della classifica. Finora l'ex Roma ha giocato nove partite in campionato, andando a segno due volte e inanellando tre assist, tutti nella prestazione monstre contro la Fiorentina. Con la speranza, chissà, che il prossimo anno possa avere la famosa "seconda chance" in nerazzurro più volte concessa ai colleghi. Se arriverà o meno è tutto da scoprire, ma che Radja stia lavorando sodo per meritarla è un dato di fatto.
Chi sta facendo altrettanto bene, ma all'ombra della Tour Eiffel, è Mauro Icardi. Maurito si conferma stabilmente come bomber di razza anche in Ligue1 e in Champions League: un assist e 9 reti in dieci presenze il bottino complessivo del killer di Rosario, di cui cinque messe a segno nel campionato francese e quattro nella massima competizione europea per club. Un rendimento da top player che potrebbe convincere il Paris Saint-Germain a versare i 65 milioni di euro di diritto di riscatto pattuiti con l'Inter e di trovarsi in casa un centravanti giovane e di assoluto livello che possa sostituire il partente Cavani. A differenza di Nainggolan, che bene si sarebbe adattato - come mezzala col vizio del gol - al 3-5-2 contiano, Maurito non sembra invece avere le caratteristiche ritenute basilari dal tecnico salentino: la partecipazione alla manovra e il sacrificio su tutte. Ecco perché Conte ha spinto come non mai per far sbarcare nel pianeta Inter un attaccante con le qualità di Lukaku, che oltre a garantire i gol lavora attivamente per il bene della squadra.
Motivazione tecnica valida anche per gli altri due prestiti illustri dell'estate nerazzurra, Ivan Perisic e Joao Mario. Il croato è volato in Baviera dal connazionale Niko Kovac (ora non più tecnico del Bayern Monaco) portando all'Inter 5 milioni di euro subito e garantendone altri 20 in caso di diritto di riscatto. Nella sua nuova esperienza in Bundesliga, Ivan lavora per tornare Terribile: due reti e due assist in sei presenze nel campionato tedesco, un gol e un passaggio vincente nelle quattro gare di Champions League. Con Marotta e Ausilio che continuano a sperare in altri venti milioni che andrebbero a gonfiare il tesoretto-mercato. A questo scopo potrebbero tornare utili anche i 18 milioni di euro che frutterebbe Joao Mario in caso di passaggio definitivo alla Lokomotiv Mosca: dopo essere stato presentato in grande stile a bordo di una locomotiva, il portoghese sta convincendo i russi anche in campo, dove finora ha timbrato il cartellino una sola volta risultando però decisivo come uomo-assist (3 in otto match di campionato, uno in quattro di Champions).
I nomi in ballo sono quattro, i risvolti concreti la metà: "Seconda chance" o "soldi freschi" da investire sul mercato. La Via del Prestito tracciata da Marotta si riduce a queste due alternative.
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Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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