Meno due alla prova della verità. Nel gergo calcistico si abusa di prove della verità, di crocevia fondamentali, di verifiche decisive, ma questa volta ci sta esagerare. Napoli-Inter merita tutte le attenzioni e le aspettative che stanno caratterizzando la marcia di avvicinamento al cosiddetto monday-nigt. Ma in Inghilterra, quando giocano il monday-night, dicono lunedì sera? Non credo. Tornando al match, (ops, alla partita), personalmente sto fremendo da giorni come solo nelle grandi vigilie dei derby o delle sfide con la Juventus. L'Inter è prima in classifica, loro sono secondi e forse i veri favoriti per vincere lo scudetto. Il San Paolo sarà vestito a festa, il settore ospiti rimarrà chiuso, ambiente dunque pronto per cucinarci a fuoco lento. Immaginate Sarri e Higuain che mescolano dentro un pentolone dove si muove nervoso un biscione appena catturato...
Ma questo biscione firmato Thohir con la collaborazione di Mancini e la sua banda, sguscia bene, non si fa catturare. Anzi, cattura lui e poi sentenzia, rimandando a casa l'avversario di turno con le tasche vuote. Ricordiamolo il cammino svolto finora, fa sempre bene, anche a chi ci vuol male: nove vittorie, tre pareggi e una sola sconfitta. Dodici punti conquistati nelle ultime quattro uscite. Già affrontate Milan, Fiorentina, Juventus, Roma. Con queste, guadagnati sette punti. Bene no? Insomma... l'Inter gioca male, tra poco cade e finisce il bluff, dicono. Lo pensa anche qualcuno famoso nato a Fusignano e che lo ripete all'infinito come la preghierina prima di addormentarsi. Ma quanto ha bruciato quel Triplete? Il biscione ascolta, se la ride, si sbizzarisce con selfie autoironici dopo ogni vittoria, vero Brozo? Ma soprattutto si carica ascoltando il rumore dei nemici. Venitemi a prendere, sembra dire. E si prepara allo sbarco sotto il Vesuvio.
Lunedì sera mancherà purtroppo Geoffrey Kondogbia per un problema muscolare. Magari sarebbe mancato lo stesso dalla formazione iniziale per scelta tecnica, però queste sono partite da affrontare con la rosa al completo e Kondo avrebbe meritato, anche da un'eventuale panchina, di respirare l'aria della grande sfida che forgia carattere e mente. Il Mancio, che ieri ha compiuto 51 anni e per regalo ha ricevuto in testa uova efarina dai suoi dispettosi sodali al termine dell'allenamento, è pronto a confermarsi Zelig nel varare la formazione anti-Napoli. I dubbi più grandi sembrano riguardare la composizione del reparto avanzato dove c'è chi ipotizza una esclusione di Icardi per non dare punti di riferimento alla difesa partenopea. Come contro la Roma, insomma.
Personalmente non credo che Icardi stia fuori al San Paolo per una serie di motivi. Che abbia segnato con il Frosinone non conta visto che aveva timbrato anche a Bologna prima dell'esclusione con la Roma. Però conta ricordare come la scorsa stagione con un cucchiao dal dischetto allo scadere permise all'Inter e a Mancini di pareggiare 2-2 una partita che ci vedeva sotto di due reti a metà secondo tempo. E conta anche il fatto che Maurito abbia sposato l'Inter. “Sono il capitano e rimarrò qui”, ha detto, allontanando di fatto i rumors riguardo una partenza a gennaio in cambio di tanti soldi. Ha anche aggiunto che restare in panchina gli fa male. Esternazioni, a mio avviso, che alla vigilia di una sfida come quella di lunedì hanno un certo peso e significato. Voto Icardi in campo quindi, pronto naturalmente ad essere smentito da Mancini, il vero “top” (aridaje con l'esterofilia) della squadra.
Ma l'Inter, che Napoli affonterà? Finora abbiamo anche scherzato, ma purtroppo in questo caso c'è poco da ridere nel rispondere alla domanda. L'avversario è fortissimo, guidato da un grande allenatore capace in breve tempo di conquistare tutto e tutti e che parte spesso dall'1-0 a favore per merito del signor Higuain. Mai visto così contento il Pipita, lui che alla fine della scorsa stagione voleva scappare da Napoli. La difesa è difficilmente perforabile, come quella dei nerazzurri. I partenopei hanno incassato solo otto reti, una in più della Beneamata. Ma in attacco vincono loro: 24 a 16. E ben 17 reti del bottino portano la firma di Higuain (capocannoniere con 10 sigilli) e Insigne (7). Il Napoli attuale gioca con semplicità e sicurezza, alza e abbassa i ritmi a suo piacimento, è convinto che prima o poi il gol arrivi. Come puntualmente succede.
Spetterà all'Inter, sì quella brutta, sporca e cattiva, cercare di incrinare queste certezze. Magari passando in vantaggio, costringendo così l'orchestra di Sarri a suonare uno spartito imposto e non scelto. Speranze, timori, come dico spesso. Ma da primi in classifica, consci che un risultato positivo fungerebbe da propellente potentissimo per continuare la corsa in testa. Altrimenti ci si leccherà per un po' le ferite per poi ripartire senza troppe angosce vista la classifica. La fine di questo editoriale è dedicata al comparto comunicazione dell'Inter. Nell'epoca delle conferenze stampa copia e incolla e del dominio dei canali tematici, ieri mattina i tre quotidiani sportivi ospitavano tre interviste esclusive a Felipe Melo, Stevan Jovetic e Adem Ljajic. Prima di una partita come Napoli-Inter. Chapeau. O giù il cappello, fate voi.
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