Luciano Spalletti si è impossessato dell'Inter. Pronti, via e l'ex tecnico della Roma ha iniziato a dettare la linea, anche apostrofando a muso duro un tifoso che all'inizio del Buen Retiro di Riscone di Brunico si era permesso di gridare a Ranocchia il suo disappunto per vederlo ancora in nerazzurro. Poco importava che a seguire il gran capo ci fossero per lo più giovani di belle speranze con i big ancora sotto l'ombrellone. Luciano da Certaldo ha voluto subito far capire che aria tirerà quest'anno dove conterà solo il gruppo. Chi sgarra, si accomodi alla porta.
La prima uscita stagionale, contro gli austriaci del Wattens, ha regalato spunti altamente positivi. Innanzitutto è arrivata una vittoria per 2-1 che non fa mai male, è arrivata al termine di una prova affrontata con grande impegno e determinazione e ha visto come Pinamonti, autore dello splendido gol del vantaggio nerazzurro, possa veramente giocarsi le sue chance per figurare come vice Icardi. Pronti, via e Spalletti ha già ruggito anche in conferenza stampa: "Ho avuto delle promesse. Se non saranno mantenute, verrò qui a dirvelo", l'annuncio fatto ai giornalisti presenti. Argomento, il mercato che chi racconta l'Inter prefigura suntuoso grazie alla potenzialità economica di Suning.
Le frasi di Spalletti sono state interpretate in due modi. Il tecnico ha voluto rassicurare giornalisti e tifosi sul fatto che la squadra sarà potenziata in maniera importante anche con nomi altisonanti. Una seconda interpretazione meno ottimista, vede invece il tecnico nerazzurro già con le antenne dritte per capire se veramente nella stagione che sta per iniziare allenerà l'Inter che ha in mente per tornare a ottenere risultati importanti.
Intanto sono arrivati, oltre ai giovanissimi di belle speranze, il difensore Skriniar dalla Sampdoria e il più attempato Borja Valero dalla Fiorentina. Due parole sullo spagnolo. Mi è particolarmente piaciuto quanto scritto sui social da un collega. “Borja Valero sembra quello che alla partita tra amici arriva al campo tutto dimesso, non lo conosci, gioca e alla fine gli chiedi se può tornare anche il giorno dopo”. Già, l'Inter ha acquistato 32 anni di rendimento condito dalla classe e dalla capacità di far girare il pallone in maniera fluida e non macchinosa e sofferente come avvenuto spesso nelle ultime stagioni. Pupillo tecnico di Spalletti che già lo voleva nella scorsa stagione alla Roma, lo spagnolo ha anche valori morali non comuni. Non si stanca di dire che la Fiorentina gli rimarrà nel cuore, ma sottolinea come dopo i cinque anni di Firenze, abbia scelto l'Inter sia per poter lavorare con Spalletti, ma soprattutto per il nome e il blasone della Beneamata. Il fatto che abbia 32 anni non toglie, ma anzi aggiunge per una squadra che deve fare bene quest'anno per poi costruire un grande futuro.
Chiuso il capitolo Borja Valero, si torna a parlare del protagonista di questo editoriale, alias Luciano Spalletti. E' chiaro che al tecnico non basterà questo tipo di campagna acquisti-cessioni. Serviranno altri elementi di spicco e a centrocampo non è un mistero che il neo tecnico nerazzurro sarebbe felicissimo di poter disporre nuovamente di Radja Nainggolan. Il nome infiamma anche i tifosi, il belga di origine indonesiana ha le qualità tecnico-tattiche per far fare un salto di qualità grandioso alla squadra. Con le dovute proporzioni, Nainggolan per Spalletti equivarrebbe a Lothar Matthäus per Giovanni Trapattoni ai tempi dello splendido scudetto dei record. Purtroppo sarà difficile strappare il Ninja alla Roma che non si può permettere un'altra cessione così importante dopo quelle di Salah e Rudiger. La società giallorossa starebbe per accontentare il giocatore che da tempo chiede un rinnovo di contratto alle cifre da lui richieste. L'Inter non può che stare alla finestra tifando per uno strappo definitivo tra Nainggolan e il club capitolino.
Venerdì parlerà in conferenza stampa Walter Sabatini e ne sapremo di più. Da un paio di giorni Spalletti sta lavorando anche con i big o presunti tali finalmente tornati dalle vacanze. Ivan Perisic è fotografato mentre sorride, si dice che voglia a tutti i costi il Manchester United, che però lo potrà accogliere solo se il club di Josè Mourinho darà all'Inter tutti i soldi richiesti per il forte esterno croato. In caso contrario Perisic rimarrà in nerazzurro e Spalletti sorriderebbe anche lui. Il tecnico di Certaldo si sta sdoppiando in questi giorni nell'opera di convicimento dei suoi dettami tecnico tattici durante gli allenamenti e in quella esercitata nei colloqui individuali con chi sarà chiamato, come detto in precedenza, ad anteporre la causa comune agli interessi personali. In società sono convinti che l'ingaggio dell'ex tecnico giallorosso possa risultare decisivo per rivalutare giocatori che lo scorso campionato hanno steccato, ma che non possono essere così scarsi visto che con Pioli avevano dimostrato di poter essere competitivi se sorretti da motivazioni.
Con Spalletti questo non dovrà accadere perchè la motivazione dovrà montare nel momento in cui si indossa la maglia nerazzurra. Anche se si gioca a Crotone... È carico Luciano Spalletti, ha detto chiaramente che la stagione sarà decisiva, Per lui, per i giocatori che non hanno più alibi e anche per parte della dirigenza. Parole forti e forse anche un po' pericolose a inizio avventura. Denotano smania, fretta, ma anche estrema voglia di far bene, perchè fare bene per l'Inter, quest'anno sarà un imperativo. Sono conscio che all'inizio di tutti i ritiri precampionato abbondino i buoni propositi e gli eroi sono tutti giovani e belli come cantava Guccini. Ma peggio degli ultimi sei anni, a parte il quarto posto ottenuto dal bistrattato Roberto Mancini, sarà difficile fare. E allora animo.
Chiusura dedicata al direttore sportivo Piero Ausilio a cui vanno pubblicamente le mie scuse. Nell' editoriale della scorsa settimana, avevo scritto che i 30 milioni di plusavalenza erano stati raggiunti grazie al grande lavoro di mastro Sabatini. Non è così. I problemi li ha risolti principalmente, lottando contro il tempo, il signor Piero Ausilio. Sabatini ha in parte contribuito, lavorando però su altri aspetti visto che è il coordinatore tecnico del gruppo Suning. Diamo a Cesare quello che è di Cesare, anche se poi è l'Inter che conta.
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