"Sembra già un periodo di bilanci. Ripeto: se ad agosto mi avessero detto che a questo punto del campionato l'Inter fosse stata potenzialmente a 3 punti dal primo posto, non ci avrei creduto". Lo sottolinea con forza Beppe Bergomi, intervistato da FcInterNews.it per analizzare il periodo attuale dei campioni d'Italia, reduci da una serie di partite opache soprattutto a livello di risultati.
Beppe, fotografaci il momento dell'Inter dal tuo punto di vista.
"Iniziamo col dire che l'Inter, in estate aveva, perso l'allenatore, il miglior giocatore del campionato come Lukaku, Hakimi ed Eriksen. Ha dovuto ricostruire. Non vuole essere un alibi, ma è per inquadrare un po' la situazione. Poi ci sono stati due mesi che hanno fatto brillare gli occhi a tutti: i nerazzurri sono passati da -7 a +4, erano letteralmente ingiocabili".
E allora cos'è successo?
"Io indico tre situazioni che hanno frenato la scalata. Innanzitutto un calendario pazzesco, che ha spremuto la rosa dovendo affrontare tutte partite importanti e, di conseguenza, obbligando l'allenatore a non fare troppo turnover. Dalla Supercoppa alla Coppa Italia, dal derby al Napoli, passando per il doppio confronto con il Liverpool. Il ko nel derby è stata la svolta negativa. E quando è arrivata la pressione, non c'è stata più la leggerezza con cui affrontavano in precedenza le partite".
Eppure, a parte rari momenti, l'Inter ha sempre fatto la prestazione.
"Assolutamente sì. Ha spesso creato anche tante occasioni. L'Inter andava con 6-7 giocatori oltre la linea della palla, la squadra volava. Ma poi ci sono dei dati che ti fanno capire alcune cose: l'Inter è tra le ultime squadre in grado di saltare l'uomo e negli scontri diretti con le prime quattro ha battuto solo il Napoli".
Come mai?
"Io dico che per fare quel tipo di gioco, non avendo gente veloce, che dribbla, l'Inter deve arrivare sempre col gioco, obbligata a spostare il baricentro in avanti. Non come l'anno passato in cui vinse il campionato abbassandosi di 20 metri. Purtroppo per Inzaghi, il calo è arrivato proprio in questo periodo, quando si decidono i campionati. E l'assenza di Brozovic ha pesato: il croato è insostituibile e il suo forfait si è accumulato a tutto il resto".
Tantissime critiche al tecnico e alla squadra, eppure i nerazzurri sono lì a lottare per il tricolore. Forse la percezione generale è distorta a causa della distribuzione non omogenea dei punti durante il campionato...
"Concordo. Se togliamo quei due mesi, dal 3-2 al Napoli al Venezia, in cui i nerazzurri hanno compiuto un recupero enorme, i problemi c'erano anche prima. Però fossi nello spogliatoio, dovendo caricare i ragazzi, sottolineerei il fatto che la squadra si è meritata questa classifica e potenzialmente è a 3 punti dalla vetta, non a 10".
Forse i tifosi nerazzurri soffrono soprattutto il fatto di vedere in testa un Milan ritenuto non superiore.
"Sono d'accordo in parte. Bisogna ricordare che il Milan è l'unica tra quelle di testa a non aver cambiato allenatore in estate e con lui sta costruendo un percorso da anni. E ogni anno mette dentro un tassello, magari non altisonante, ma funzionale".
Molti parlano di assenza di un piano-B a livello tattico, con critiche feroci a Inzaghi.
"Questo problema viene fuori soprattutto quando manca Brozovic. Io avevo un allenatore come Bagnoli che ci ripeteva: “Quando le cose vanno male, bisogna rallentare, senza buttare via quanto di buono hai fatto”. Poi se hai un'intuizione ok, ma tendenzialmente non toccherei nulla. Non è mai facile intervenire su un impianto di gioco ben oliato".
Guardando al futuro e quindi al mercato, cosa servirebbe a questa rosa per avere più opzioni?
"Il calcio moderno va verso giocatori di gamba, veloci e di struttura fisica. Poi chiaramente ci deve essere qualità e tecnica. L'Inter ha bisogno di gente che attacca lo spazio, che va in profondità: chi ce l'ha è avvantaggiato".
Anche in chiave europea, si parla tanto di gap a livello qualità, ma forse la vera differenza è solcata dalla leggerezza mentale che le squadre estere hanno e che al contrario manca alle italiane.
"Sono d'accordo. L'Atletico Madrid, che ora si giocherà i quarti di Champions, nei gironi ha preso 'schiaffi' dal Milan. Tralasciando le solite, che sono oggettivamente più avanti, le italiane secondo me possono giocarsela contro tutte. La stessa Inter lo ha dimostrato contro il Liverpool. Ho visto Ajax-Benfica: i portoghesi si sono difesi per 90 minuti e sono passati trovando un episodio. Pensare che contro gli olandesi ci sarebbe dovuta essere proprio la squadra di Inzaghi...".
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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