Si finisce sempre lì, nei meandri delle emozioni che catturano l'anima dei protagonisti. L'Inter conosce a menadito ogni angolo di San Siro, sorriso limpido di chi contempla ogni domenica la 'Scala del Calcio'. Dev'essere stato proprio bello capire quello che ciascun tifoso nerazzurro aveva nella mente prima di entrare allo stadio. In campo la truppa di Inzaghi pensa e agisce, come sempre, in pochissimo tempo. Bastano giusto pochi minuti di rodaggio ai nerazzurri per prendere un pochino le misure dell'avversario, in relazione all'efficacia del vantaggio: ecco il timbro di Thuram. Pensiero e organizzazione, l'accensione astratta dei pensieri non s'attiva. Perché abbassare la guardia avrebbe le sembianze di un sacrilegio. Esistere significa uscire dall’indeterminato, darsi una forma propria e un’identità finemente definita. Per farlo è necessario scegliere. La scelta è quella di condurre la partita senza concedere all'avversario la credenza, né tantomeno la più flebile convinzione, di poterci rientrare sul binario degli equilibri.

L'ASSE DELLE CERTEZZE AUTOMATICHE. Quell'asse Dimarco-Barella aveva regalato (o meglio, confezionato) una perla pregiata. Un prodotto da contemplare, che il Cagliari non era riuscito a intercettare. L'Inter non conosce le mezze misure, l'angoscia della collettività coincide con la gestione di una relazione personale con la realtà dei fatti. Nel corso della vita sussistono i momenti di crisi, ma le sterzate sono rilevanti per intraprendere la giusta direzione. Il filosofo esistenzialista danese Kierkegaard parlava di mezzanotte della vita, un momento che permette di rinascere in un giorno del tutto nuovo. E questa Inter è certamente consapevole della sua struttura. Quasi come l'Inter scendesse in campo con automatismi ogni volta da esplorare. Avanti e indietro, possesso esecutivo e gestionale, verticalità e orizzontalità, movimenti ad aprire la manovra o a chiuderla, accelerazioni e temporeggiamenti. Azioni razionali e istantanee, che coinvolgono dunque i due sistemi della psicologia. Istinto e razionalità.

GOL, OCCASIONI E PENSIERI VELOCI. Le nostre scelte non sono esclusivamente razionali, nemmeno quelle che pensiamo siano molto ponderate e ragionate, come quelle che prendiamo in merito alla nostra vita o ai nostri investimenti. Nella ripresa l'attivismo è prevalente su entrambi i lati. I sardi trovano la strada del pari con Shomurodov, poi i nerazzurri viaggiano sulle ali dell'entusiasmo con l'esecuzione lucida e tecnicamente valida di Calhanoglu, sempre impeccabile dal dischetto. Il Cagliari gioca con dinamismo e intensità, ricercando il pareggio che arriva, puntuale, con Viola, l'uomo della provvidenza. ll ritmo a San Siro è una parvenza dello spazio, da divorare per colpire nel migliore dei modi. La caparbietà di tenere il risultato è altissima. L'intervento dei nerazzurri è un po' frettoloso, ed ecco che nel recupero Viola si divora quello che sarebbe stato un clamoroso sorpasso. I sensi di corrispondenza indirizzano ora tutti gli occhi d'Italia sul derby. La frenata dell'Inter c'è stata. D'altronde non si può sempre brillare sul piano del gioco.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 15 aprile 2024 alle 08:00
Autore: Niccolò Anfosso
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