"Gent.ma Redazione,
purtroppo, prima o poi tutti i nodi vengono al pettine! Infatti, la politica di smantellamento della squadra campione d’Italia, prima con l’addio del condottiero Antonio Conte, in palese disaccordo con le decisioni assunte dalla proprietà cinese, e poi con il sacrificio di due elementi determinanti per la conquista del titolo come Hakimi ed il trascinatore Lukaku, immolati sull’altare della plusvalenza, ha avuto ripercussioni deleterie sull’organico, soprattutto sul reparto offensivo che, senza il suo cannoniere, è stato indebolito e depotenziato (la coppia Lautaro-Dzeko non garantisce l’apporto realizzativo di Lukaku)! Inoltre, a causa delle stringenti restrizioni imposte dalla stessa proprietà, il gruppo dirigente non ha potuto migliorare, sebbene fosse necessario, l’organico con almeno un innesto di qualità nella mediana, che aveva già perso un elemento fondamentale come Erikssen, e con sostituti affidabili in tutti i reparti. Il solo Barella, seppur volitivo ed inesauribile ed a volte devastante, non può sopperire ed ovviare alle evidenti carenze nella mediana che manca del regista dall’addio di Cambiasso! L’Inter dei record di Trapattoni schierava a centrocampo Bianchi, Matteoli, Matthaeus e Berti; quella di Gigi Simoni con Zanetti, Ze Elias, Simeone e Djorkaeff; quella di Roberto Mancini con Zanetti, Cambiasso, Stankovic e Veron; quella leggendaria del triplete con Zanetti, Cambiasso, Thiago Motta e Sneijder. L’attuale Inter, che pure è chiamata alla conferma in campionato, nella mediana ha un solo campione (Barella) e tanti giocatori normali, qualcuno finanche sul viale del tramonto. Pertanto, in vista della prossima stagione, la proprietà cinese è chiamata ad uno sforzo, a stanziare una somma consistente che metta l’ottimo direttore Marotta nella condizione di rinnovare in parte (non si può continuare ad insistere su quegli elementi che hanno evidenziato, più volte nel lungo periodo, limiti sia tecnici sia caratteriali e che di conseguenza non garantiscono prestazioni al di sopra della sufficienza!) e soprattutto rinforzare l’organico, colmando le vistose lacune della mediana e del reparto offensivo, con giocatori di caratura internazionale e di affidabile rendimento al fine di riportare la nostra Inter al vertice della competizione nazionale e di renderla competitiva in ambito europeo. Le grandi squadre ed i cicli vincenti si costruiscono con i grandi giocatori e quindi con gli ingenti investimenti ai quali mai i presidentissimi dell’Inter si sono sottratti: Carlo Masseroni acquistò nel ’47 Benito Lorenzi per 12 milioni di lire, nel ’48 Amedeo Amedei per 40 milioni di lire, cifra siderale a quell’epoca, nel ’49 Faas Wilkes, strappato alla concorrenza del Milan a suon di milioni di lire, e nel ’50 il talento svedese Lennart Skoglund, strappato alla concorrenza della società brasiliana del San Paolo con un versamento addirittura di 100 milioni di lire nelle casse dell’AIK. La generosità del patron Masseroni fu in seguito ripagata con gli scudetti consecutivi nelle stagioni ‘52-‘53 e ‘53-‘54; Angelo Moratti, che nel ’55 aveva rilevato la società da Masseroni per 100 milioni di lire, non badò a spese durante la sua gestione e costruì una squadra leggendaria, la Grande Inter, il cui faro è stato il fuoriclasse spagnolo Luis Suarez prelevato, nell’estate del ’61, dal Barcellona per 300 milioni di lire, operazione che fece gridare allo scandalo. Il generosissimo petroliere nella primavera del ’66 raggiunse l’accordo con il fuoriclasse portoghese Eusebio, un’operazione complessiva da 500 milioni di lire da dividere tra il Benfica ed il calciatore, ma purtroppo l’acquisto non si concretizzò in quanto, a causa della cocente ed inattesa sconfitta della Nazionale contro la Corea con conseguente eliminazione dai mondiali, la Federcalcio chiuse le frontiere; il giovane imprenditore Ernesto Pellegrini rilevò la società da Fraizzoli nel gennaio ‘84 per 6 miliardi ed 800 milioni di lire e, a pochi mesi dal suo insediamento, annunciò l’acquisto di Karl-Heinz Rummenigge dal Bayern Monaco per 10 miliardi. Fu il primo di una lunga serie di investimenti, come quelli nell’estate ‘88 per gli acquisti di Bianchi e Berti (per 7 miliardi) e dei campioni della nazionale tedesca Matthaeus e Brehme che furono determinanti per la conquista dello scudetto dei record. Il suo ultimo grande acquisto è stato il talentuoso attaccante olandese Dennis Bergkamp, strappato alla concorrenza della Juve nel febbraio ’93, per 15 miliardi; Massimo Moratti ha calcato le orme del grande padre Angelo, non ha badato a spese ed ha costruito la seconda grande Inter, quella del triplete, riportando il club al vertice in ambito europeo e continentale. Fra gli acquisti più costosi, sotto la sua gestione, figurano Ronaldo il Fenomeno, strappato all’agguerrita concorrenza, per 48 miliardi dal Barcellona nell’estate ’97 e nel giugno ’99 Bobo Vieri per 90 miliardi dalla Lazio. Chi assume la guida dell’Inter ha l’onere di costruire una grande squadra per vincere ed aggiungere trofei nella bacheca, eguagliando i successi del passato!".
Michele
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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