Che l'Inter giocasse un calcio piacevole, divertente ed esteticamente da applausi non è una notizia, in tutta Europa ormai lo sanno bene. Però il modo in cui i nerazzurri hanno aggredito la partita contro la Lazio nella seconda semifinale della Supercoppa italiana è stato sconcertante. Sconcertante perché da un confronto di alto livello come questo, alla luce dei 5 successi consecutivi con cui si presentavano a Riyadh i biancocelesti, ci si poteva aspettare maggior equilibrio. Invece i ragazzi di Simone Inzaghi, evidentemente caricati a pallettoni da una campagna mediatica antipatica e ingiusta o da riferimenti fuori luogo a giochi fanciulleschi, hanno fatto tutto il necessario per ridurre allo zero quel 30% di possibilità che Maurizio Sarri concedeva, troppo ottimisticamente, alla propria squadra.

Un dominio senza se e senza ma, sin dalle prime battute di gioco in cui la Lazio barcollava paurosamente in attesa di scontrarsi con l'iceberg di turno. E solo l'eccesso di foga o imprecisione dei nerazzurri ha tenuto in vita le velleità biancocelesti. Ma in tutta onestà, anche dopo un primo tempo chiuso con uno scarno 1-0, non c'è mai stata neanche lontanamente la sensazione che Ciro Immobile e compagni potessero dare un senso alla loro serata. E il 3-0 finale è fin troppo generoso per loro, che tra gli interventi di Ivan Provedel, legni amichevoli e salvataggi difensivi nel cuore dell'area avrebbero potuto imbarcare molta più acqua.

Bravi tutti, non c'è che dire. Un'orchestra in cui di tanto in tanto emerge il solista senza alterare, anzi rafforzando la melodia, dandole personalità, forza emotiva, piacevolezza. Un'esibizione di stile, il modo migliore per esportare all'estero il calcio italiano nonostante, avverbio da sottolineare, i tentativi dei suoi vertici di azzopparlo. La trascrizione sul rettangolo di gioco della filosofia di Simone Inzaghi avrà sicuramente entusiasmato la gente del posto che magari potrà d'ora in poi nutrire interesse per le latitudini sportive italiche. Un'altra sonora risposta a chi sostiene che il primato in Serie A sia frutto di 'episodi' favorevoli, filastrocca che certamente tornerà in voga nelle prossime occasioni.

Ora testa già alla finale, con il Napoili che avrà un giorno di riposo in più e non è che sia il massimo dell'equità. Ma vabbè, siamo abituati a passare sopra anche a questi dettagli, anche perché lamentarsi altro non farebbe che armare i plotoni nemici insediati nelle redazioni e negli studi televisivi. Lunedì sarà necessaria un'altra prestazione di questo livello, contro un Walter Mazzarri che ha gettato la maschera ed è tornato all'amata difesa a tre (con ottimi risultati). Ma se l'Inter si confermerà quella vista ieri sera, straripante, convinta, in salute e vogliosa di dominare la scena, non ci sarà da preoccpuarsi, ma solo da divertirsi. E considerando che la competizione in terra araba ha costretto il rinvio di alcune gare di campionato, si insinua un pensierino della notte: l'Atalanta, che avrebbe dovuto giocare al Meazza in questo weekend, è stata davvero fortunata.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 20 gennaio 2024 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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