Sembra impossibile segnare a questa Inter. Tra Riyadh e campionato, la Beneamata ha battuto Lazio, Napoli, Fiorentina e Juventus senza subire reti. Forza del reparto difensivo, forza dell'intera struttura della squadra che avanza e indietreggia come fosse una fisarmonica, salvaguardando i famosi equilibri. Impressionante il +41 della differenza reti che certifica come la capolista plasmata da società e staff tecnico sia una sorta di corazzata difficile da scalfire. E la classifica, con una gara da recuperare, parla chiaro. Lo scudetto con conseguente seconda stella è l'obiettivo chiaro e limpido da conseguire. Ma detto questo, guai a pensare che il campionato sia finito e che sia già ora di aprire le case al mare. Non è così.

Non è così perchè le gare da giocare sono ancora tante e anche una squadra forte come l'Inter non credo possa vincerle tutte. E la Champions, che i nerazzurri hanno tutta l'intenzione di onorare dopo la finale raggiunta nello scorso maggio, incombe. Penso però che quello che possa rassicurare ora il popolo nerazzurro, sia l'unità del gruppo di Simone Inzaghi e la capacità fisica, tecnica, tattica e soprattutto mentale per superare gli ostacoli mostrando più facce. Quando crede di poterlo fare, l'Inter cerca di dominare la partita come con la Lazio in Supercoppa e domenica scorsa nel derby d'Italia o di tenere botta per poi colpire come contro il Napoli in Arabia o a Firenze in campionato. Ma siccome gli esami non finiscono mai, nel tardo pomeriggio odierno altra importante verifica per la lepre del torneo.

All'Olimpico, con il mister in tribuna causa squalifica, va in scena una grande classica del nostro calcio come Roma-Inter, una sfida che storicamente ha spesso regalato emozioni e tanti gol. Rispetto alla gara di andata, dominata e poi vinta nel finale dai nerazzurri, sulla panchina giallorossa non siederà l'esonerato Josè Mourinho, ex impossibile da dimenticare per la firma apposta sul quel Triplete da leggenda calcistica. A guidare i giallorossi ci sarà per la quarta volta consecutiva Daniele De Rossi, catapultato in una grande piazza che lui ha nel cuore, dopo il flop all'esordio con la Spal. De Rossi ha iniziato l'avventura da allenatore della squadra che ama con tre vittorie. Salernitana, Verona e Cagliari non rappresentavano certo ostacoli insormontabili, ma vincere non è mai scontato e qualcosa in casa Roma sta cambiando. Gli eterni infortunati sono ora quasi tutti abili e arruolati e la squadra giallorossa sembra giocare con la mente libera dal peso di un allenatore come Mourinho che, voglioso di vincere sempre e comunque, non faceva nulla per nascondere il malcontento verso una rosa che il portoghese non riteneva competitiva per decollare.

De Rossi, invece, sta cercando di convincere i suoi di essere calciatori molto forti in grado di giocarsela alla pari con tutti. Nella conferenza stampa tenuta ieri in quel di Trigoria, DDR ha dichiarato: “L'Inter è la più forte, lo dicono i numeri, ma ha anche dei limiti. La Roma ha giocatori forti e dobbiamo scendere in campo convinti di poter vincere”. A cornice di questa dichiarazione ci saranno i sessantamila e passa dell'Olimpico e la Curva Sud con il suo tifo trascinante che spesso è risultato un fattore per la squadra giallorossa. Ci saranno Paulo Dybala, oggetto del desiderio nerazzurro, poi scartato, nell'estate che ha preceduto la scorsa stagione e ci sarà Romelu Lukaku, ancora scosso dall'accoglienza ricevuta all'andata da un intero stadio che, armato di fischietti, ha esternato tutto il suo malcontento verso chi ha tradito un amore sincero come quello che sanno regalare i tifosi nerazzurri. Roma-Inter sarà dunque una partita che, al netto delle interpretazioni tecnico tattiche che offrirà la gara, si giocherà anche sul filo dei nervi e delle rivalse personali.

L'Inter, questa Inter, ha dimostrato di non avere paura di nulla. Ma, attenti al Lupo, che è sempre meglio.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 10 febbraio 2024 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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