Simone Inzaghi è cresciuto. E con lui tutta l'Inter. Per l'armata nerazzurra parlano i numeri, per il tecnico piacentino pure: basti pensare che ha festeggiato la 300esima panchina in Serie A (collezionata contro il Genoa) diventando l'allenatore con più successi entro lo stesso numero di gare nella storia del torneo. Sono 179 le vittorie del Demone in questo lasso di tempo, più di un mostro sacro come Carlo Ancelotti (fermo a 172) e del grande rivale - ma anche guardia o ladro, per gli amici Sinner o Djokovic - comunemente noto come Massimiliano Allegri, celebre esperto di ippica e metafore che conta invece 171 vittorie nelle prime 300 in A.

Inzaghi è cresciuto in campo, ma anche davanti a microfoni e telecamere. E l'ha dimostrato proprio nella battaglia dialettica con il livornese, bellamente ignorato quando lanciava frecciate agilmente ignorate dal piacentino. Che ora fa più che bene a togliersi qualche sassolino dalla scarpa con parte della stampa. Perché "leggo e sento tutto - ha detto a DAZN dopo il 2-1 sul Genoa -. Anche che siamo stati paragonati ad una Red Bull in questo momento da qualcuno, ma la Red Bull ad agosto non era un Red Bull. È diventata una Red Bull grazie a questi giocatori, a questa società e a questi magnifici tifosi. È il lavoro che ci ha fatto arrivare ad essere in questo momento, ma dobbiamo continuare". Tradotto: è ora di smetterla di fare i fenomeni-saccenti a posteriori dopo le vagonate di sterco lanciate gratuitamente da una sdraio sotto l'ombrellone. 

Il 3-5-2 interpretato in chiave moderna impressiona chi mastica calcio, chi apprezza l'imprevidibilità dei continui cambi di posizione, chi è innamorato del possesso palla mai fine a se stesso, ma improntato sulla verticalità e sugli inserimenti. Una serie di concetti sottolineati recentemente anche da Thierry Henry"Ho seguito Inzaghi per tanto tempo, dalla Lazio. Se incontri l'Inter in una gara di Coppa sei nei guai - le parole dell'ex attaccante francese durante la disamina negli studi di Sky Sports UK -. Abbiamo visto il Manchester City che ha dovuto lottare contro il suo 3-5-2 nella finale di Champions League. Quello di Conte era più un 3-4-3, di Inzaghi mi piace che se sei Arsenal o Manchester City hai la palla spesso. Se non sei in posizione, prendi contropiede. Se tu hai Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan, quando hanno la palla sono abbastanza bravi da saper giocare. Hanno Lautaro che viene indietro e Thuram che copre lo spazio anche a sinistra quando non lo fa Dimarco o a destra quando non salgono Dumfries o Darmian. I gol contro Juventus e Milan quest'anno sono arrivati così". Un altro attestato di stima che sottolinea la crescita di Inzaghi, che passa dal campo ai microfoni.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 06 marzo 2024 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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