"Se parlo dei punti di forza o dei grandi giocatori dell'Inter, qualcuno penserà che sia meglio non scendere in campo". "Dovremo provarci per mettere in difficoltà un avversario che sembra ingiocabile". Queste due dichiarazioni ripescate dall’album dei ricordi provengono dalla bocca di allenatori che in questa stagione non hanno mai perso contro i nerazzurri. La prima è di Imanol Alguacil, capace con la sua Real Sociedad di restare imbattuto all'andata e al ritorno al cospetto dei vice campioni d’Europa imponendo loro il secondo posto nel girone di Champions League. La seconda è di Alessio Dionisi, l’unico uomo che nel 2023-24 può vantarsi di aver battuto Simone Inzaghi assieme a Thiago Motta, che ci è riuscito in Coppa Italia dopo i tempi supplementari. L’’italo-brasiliano, in Serie A, giocò un altro scherzetto alla sua ex squadra, fermandola sul 2-2 dopo un ribaltamento francamente impronosticabile dopo l’uno-due Acerbi-Martinez in 13’. E invece il Bologna delle meraviglie, attualmente quarto in classifica e quindi qualificato alla prossima edizione dell’Europa che conta, ci è riuscito anche perché la sua guida tecnica ha impostato la partita a livello comunicativo senza recitare la parte della vittima sacrificale: "Se l'Inter ha punti deboli? Nessuna squadra è perfetta", disse nella conferenza pre-partita. Un’ovvietà, forse, ma che se riportata al campo scava più in profondità di certe cose scontate che si leggono sui giornali e si ascoltano in tv rispetto alla bellissima creatura di Inzaghi. Che in Italia non avrà rivali, né in gara secca (lo score degli scontri diretti parla chiaro) né tanto meno pensando al campionato come una maratona lunga 38 giornate (alla 24esima il divario è di 7 punti sulla seconda, 10 virtuali), ma questo non vuol dire cominciare già a a parlare di festeggiamenti per la seconda stella. Magari trovando la data ideale per stappare lo champagne. Qualcuno ha scritto addirittura di uno scenario diabolico per celebrare il 20esimo scudetto, nella casa dei cugini del Milan, magari dopo aver vinto l’ennesimo derby. Siamo già ai calcoli sul quando l’Inter vincerà lo scudetto perché non è in dubbio, per i media, che succederà. I profeti dell’ultima ora sono sbucati come funghi dopo la vittoria di Lautaro e compagni nel derby d’Italia che ha spento le residue speranze tricolore della Juve, già immusonita per i due punti mangiati con l’Empoli. Il resto lo ha fatto l’altro Lautaro, Giannetti dell’Udinese, che ha costretto Max Allegri alla resa, mentre odiava il fatto di aver avuto ragione sulle ambizioni della Juve.
"Per me festeggiare il quarto posto e un posto in Champions League è stato davvero strano", ha detto al Telegraph Antonio Conte in un'intervista pubblicata mercoledì. Parole stonate rispetto al fatto che la 'sua' Juve si accontenti di così poco. Senza tirare in ballo la storia dei bilanci, è bene concentrarsi sulle traiettorie sportive di Inter e Juve. Il famoso percorso, la parola più gettonata di Allegri per spiegare il brutto stop contro i friulani del Monday Night match: "Inzaghi sta facendo un grandissimo lavoro, non sono matto quando dico che nel calcio ci sono dei valori. Quando allenavo la Juve dei cinque scudetti eravamo i più forti, era normale vincere. Dobbiamo fare i complimenti a Simone e al gruppo, hanno fatto 60 punti, un qualcosa di straordinario. Noi, invece, facciamo un percorso diverso come ho sempre detto. Poi è bello a livello mediatico tenere vivo il discorso scudetto…”, le sue parole. Dopo le congratulazioni, la frase propria del personaggio che un po’ svilisce il lavoro di un qualsiasi tecnico.. "Era normale vincere", ha detto parlando della sua Juve. Come se tutto fosse dovuto perché si è semplicemente più forti. Ma più forti si diventa, come ha dimostrato l’Inter attraverso il lavoro del campo e sul mercato, nonostante tutte le note vicissitudini. Guai allora a liquidare tutto con una semplice parola, quell’ingiocabile di cui hanno cominciato a riempirsi la bocca in molti dopo la rimonta di Roma. Lì nel primo tempo, l’Inter era stata ‘inguardabile’, come da copyright di Alessandro Bastoni. Per demeriti suoi ma anche per meriti di una Roma completamente cambiata a livello di proposta di gioco dal passaggio Mourinho-De Rossi: "L’Inter ha qualche difetto come ogni squadra al mondo”, aveva detto DDR prima della sfida dell’Olimpico. Alla fine ha perso, ma giocandosela come in pochi sono riusciti a fare in questa annata. Altro che ingiocabile, basta usare le iperboli semplicemente perché si deve recuperare credibilità dopo aver pronosticato l'Inter quinta in estate.
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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