Un altro passo verso il cielo, là dove stanno le stelle. L'Inter punta alla seconda e la vittoria di ieri sul Genoa pesa tantissimo perché porta i nerazzurri a distanza siderale dalla Juventus (+15) e dal Milan (+16). Siamo solo a inizio marzo e qualcuno potrebbe già azzardare una tabella per la vittoria matematica del 20esimo tricolore. Incredibile.

Con il Genoa era stata dura all'andata ed è stata dura anche ieri. Ma l'Inter di quest'anno è una squadra vera, in tutte le sue sfaccettature. Sa giocare come pochissime altre squadre nella storia del calcio, ma sa anche difendere con i denti se è il caso. E ieri sera è stato il caso, perché la formazione di Gilardino ha confermato tutta la sua capacità di rendere difficile il match agli avversari e saper a sua volta pungere con individualità molto interessanti.

Lautaro e compagni ci hanno messo un po' a prendere le misure. Poi il gol di Asllani ha stappato il match e il rigore di Sanchez (polemiche sterili: manca il secondo giallo a Frendrup che disarciona Barella letteralmente alzato dal terreno di gioco) sembrava averlo chiuso, anche perché gli ospiti sono andati in bambola per diversi minuti fino all'episodio che ha riaperto la contesa.

Qui la nuova bellezza dell'Inter 23/24: sudore e umiltà. I nerazzurri hanno riconosciuto il momento e si sono adeguati, sintonizzandosi su frequenze diverse da quelle abituali. Rischi pochi, occasioni per arrotondare diverse. Ma alla fine a Inzaghi va anche bene così: la guarda non va mai abbassata e ora c'è davvero l'esigenza che tutti stiano bene. I rientri di Acerbi, Thuram e Frattesi, assieme ai tre punti, sono la migliore notizia possibile per chi punta ad arrivare in cielo.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 05 marzo 2024 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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