"Tutti dicono che l’Inter è la più forte e lo dico anche io. Ma pochi dicono, e facciamo un torto a Simone Inzaghi, che è anche quella che gioca meglio di tutti. Giocano veramente bene, il Bologna gioca altrettanto bene ma l’Inter oltre ad essere forte gioca veramente bene". Parole e musica di Daniele De Rossi, fresco nuovo allenatore della sua Roma ma anche rispettabile docente dell'Università di 'Onestà Intellettuale'. DDR parlava così a DAZN subito dopo il 4-0 rifilato al Cagliari, inquadrando l’appuntamento dell'Olimpico contro la capolista - che ha poi 'restituito' a domicilio il poker ai giallorossi - applaudendo le intuizioni del collega, passato ormai alla storia come il Demone di Piacenza. Perché De Rossi ha ragione: del grande lavoro di Inzaghi, capace di giocarsi una finale di Champions e di alzare trofei nonostante più sessioni di mercato low cost e tante cessioni pesanti (spiccano Hakimi, Lukaku, Eriksen, Perisic, Skriniar, Onana, Brozovic e Dzeko), si parla poco. 

Inzaghi è riuscito a plasmare e rendere moderno il suo 3-5-2 con gli inserimenti delle mezzali, la spinta dei 'braccetti', l'impostazione dal basso, il possesso palla ipnotico e i continui cambi di posizione e di gioco che aprono gli spazi. Il tutto abbinato a numeri mostre, certificati dal ciclo di fuoco che ha visto l’Inter affrontare di fila (tra Supercoppa e campionato) squadre come Lazio, Napoli, Fiorentina, Juventus e Roma vincendo sempre, blindando il primo posto in classifica, mettendo in bacheca un'altra coppa e ribadendo la forza dell'attacco (55 reti, il migliore della Serie A) e la solidità della difesa (la migliore del campionato, bucata appena 12 volte). In questo tour de force di inizio 2024 sono stati appena due i gol presi dai nerazzurri, proprio dalla nuova Roma di De Rossi. Un allenatore che ha messo in difficoltà l'Inter con la sua idea di calcio, con la sfrontatezza di giocare a viso aperto. E con il coraggio chiesto ai suoi, anche pubblicamente, nella conferenza della vigilia. A differenza di chi preferisce provare a limitare i danni parcheggiando un pullman davanti alla propria porta.

Nella chiacchierata con la stampa nel post partita, invece, De Rossi ha indirettamente dato una lezione a chi ultimamente si è affezionato troppo all'uso delle parole 'Marotta League', attaccandosi ad ogni pseudo episodio e buttandolo in pasto all'ignoranza dei social per incendiare gli studi televisivi e le propagande di alcuni giornali con l'errata convinzione che "l'Inter è prima perché ruba". Si parla di una squadra che sta dominando partita dopo partita e che finora ha stravinto tutti gli sconti diretti, eccezion fatta per il pareggio di Torino con la Juventus. E De Rossi (da buon intenditore di pallone) lo sa. Così come sa che tutte queste polemiche rischiano di trasformare il calcio - che, ricordiamo, è uno sport di contatto - in danza classica.

"Parlavo con Guida, ma dalle immagini viste non è mai fuorigioco. Ne ho visti fischiare tanti così, ma nel calcio questi gol vanno convalidati" ha sottolineato con convinzione De Rossi nella pancia dell'Olimpico dopo la sconfitta contro l'Inter, quando interpellato sul vantaggio di Acerbi e sulle (inutili) polemiche per la posizione di Thuram. Che è in fuorigioco, sì, ma non ostacola mai il movimento di Rui Patricio (la cui visuale, tra l'altro, è ostruita dal compagno Mancini), con la palla che viaggia dolce sul palo opposto rispetto alla posizione del francese. "Si sta andando verso un altro sport dove non c'è più contatto e a me non piace. L'episodio vorrei rivederlo, ma mi sembrava buono. Dal video che ho visto in tre secondi mi è sembrato molto ininfluente" ha proseguito in conferenza l’ex Capitan Futuro, stroncando poi sul nascere il tentativo di nuova polemica avanzato da qualche collega della stampa che provava ad aizzarlo parlando non di fuorigioco, ma di contatto tra Thuram e Rui Patricio. "L'ha toccato? Se l'ha toccato... ne ho visti fischiare tanti così, ma nel calcio che vedo io questo è sempre gol", ha tagliato corto De Rossi. Uno che non ha bisogno di nascondersi dietro un dito e che non ha perso l'occasione per dare una lezione di onestà intellettuale. A tutti.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 14 febbraio 2024 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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