C’era una volta... l’asterisco *. E c'è ancora (per poco). Adesso, però, l’Inter può viverlo diversamente, con più leggerezza e, soprattutto, con più consapevolezza dei propri mezzi. Sembrano lontani i tempi del Covid-19, dell’ansia del weekend sul numero dei positivi e dell’ormai celebre recupero della maledetta partita di Bologna che continuava a slittare settimana dopo settimana, fino alla doccia gelata del Dall’Ara. Da quel giorno, che Inzaghi e il mondo Inter cancellerebbero volentieri dalla mente visto lo scudetto poi sfumato, di cose ne sono cambiate tante. Per esempio Radu, autore della clamorosa papera che spalancò la porta a Sansone e ai fantasmi vestiti di nerazzurro, gravita oggi lontano da Milano; mentre Arnautovic, l’altro giustiziare dell’Inter in Emilia, è tornato ad Appiano Gentile per prendersi la rivincita personale salendo in corsa sull’ultimo imperdibile treno della carriera. E adesso (con l’Inter orfana di Thuram) è reduce dai primi due gol a San Siro tra Salernitana e Atletico Madrid.

In quella tormentata stagione l’Inter e Inzaghi, che ora hanno fatto uno step in avanti sul piano della maturità, vivevano quell’asterisco con pressione, con l’obbligo di vincere a tutti i costi per tenere ancora viva la speranza scudetto. A distanza di due anni (a causa della Supercoppa araba) il segno * in classifica c’è ancora, ma verrà cancellato definitivamente questa sera, quando in un San Siro pieno e carico arriverà la spumeggiante Atalanta di Gasperini, reduce dal pareggio (sullo stesso campo) di appena tre giorni fa contro il Milan. Questa volta, però, l’asterisco ha un sapore diverso, ha un valore completamente opposto. Da semplice * si è trasformato in un golosissimo bonus.

Perché ora l’Inter non insegue, ma scappa. La classifica parla chiaro, alla faccia di chi - per gran parte della stagione - si affidava solo alla tesi della ‘Marotta League’ (poi schiacciata da numeri e prestazioni), screditando la forza di questa squadra e il lavoro di un tecnico che ora sta pian piano raccogliendo quanto seminato in questi primi tre anni all’ombra del Duomo. Vincere questa sera con l’Atalanta vorrebbe dire andare a +12 sulla Juventus e spedire il Milan addirittura -16, con il calendario che mette in archivio 26 giornate. Pareggiare contro la Dea si tradurrebbe con un vantaggio effettivo di +10 sui bianconeri e di +14 sul Diavolo, mentre in caso di sconfitta il distacco rimarrebbe invariato: +9 sulla banda di Allegri e +13 su quella di Pioli.

Ecco perché l’asterisco si è trasformato in bonus. Non si può ancora parlare di match point scudetto, almeno a sentire le parole di Inzaghi dopo il poker di Lecce ("Match point scudetto con l'Atalanta? Assolutamente no. Dobbiamo rimanere concentrati anche quando dormiamo") e a vedere il dribbling dell’esperto Marotta due giorni fa, all’uscita dall’assemblea di Lega. È però chiaro che l’undicesima vittoria su 11 partite in questo 2024 si tradurrebbe come una sgasata quasi decisiva e come un altro pieno di autostima vitale per affrontare gli ultimi tre mesi della stagione.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 28 febbraio 2024 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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