Dittatura. Nerazzurra. Senza sconti a nessuno. Ventisei vittorie su trentuno partite giocate. Una sola sconfitta, perché può accadere. Quattro pareggi, perchè può accadere. Non è ancora finita, ma quello che doveva accadere, sta accadendo.

L'Inter di Simone Inzaghi, l'Inter rivisitata la scorsa estate in sede di mercato dopo la suggestiva finale di Champions, si appresta a conquistare il ventesimo scudetto della sua gloriosa storia, con conseguente seconda stella che brillerebbe come non mai. Quattordici i punti di vantaggio sulla seconda, a sei giornate dal termine del campionato. Se la Beneamata dovesse battere domani anche il Cagliari al Meazza, il tricolore potrebbe essere assegnato ufficialmente nel derby del 22 aprile che, per calendario, si disputerà in trasferta. E se il Milan dovesse pareggiare o perdere con il Sassuolo a Reggio Emilia, basterebbe il pari nella stracittadina per sancire il trionfo interista con cinque giornate di anticipo.

Alzi la mano, tra i milioni di tifosi nerazzurri esistenti nel globo terracqueo, chi non provi un lungo brivido di piacere nel pensare alla diabolica ipotesi. San Siro per tre quarti rossonero, costretto ad assistere alla festa del Biscione Visconteo rappresentato dalla squadra in campo e dai settemila e cinquecento cuori nerazzurri in Curva Nord. E fa bene pensare che, se davvero questo sogno diventasse realtà, il tutto si limiterebbe ad un lungo e sano sfottò verso i sofferenti, perché nel derby di Milano tra le tifoserie più calde esiste dagli anni '80 un sano patto di non belligeranza che permette di vivere senza pericoli, passioni e desideri. Se invece la pratica dovesse essere rimandata al dopo derby, poco male. Si tratterebbe comunque di uno scudetto storico da conquistare magari la settimana dopo contro il Torino in un Meazza cha annuncia già il sold-out, nonostante non siano ancora stati definiti giorno e orario della sfida tra nerazzurri e granata.

Intanto la squadra continua a martellare, lo abbiamo visto e ammirato a Udine, quando nel recupero è emersa una feroce voglia di vincere la partita come se si trattasse della partita della vita. I festeggiamenti finali dell'intero gruppo squadra insieme ai componenti dello staff tecnico sotto la curva gremita dal popolo nerazzurro, testimoniano quanto sia forte e stretto il legame tra chi indossa la maglia dell'Inter soprattutto per professione e chi per solo amore. Domani sera a San Siro arriva il Cagliari di Claudio Ranieri, più di dieci anni fa anche lui ha provato per una stagione il brivido di appartenere alla famiglia della Beneamata. Meriterà un applauso sincero perché Ranieri è una bravissima persona oltre ad assere un buon allenatore che sta lottando per salvare il suo Cagliari.

Ma questa Inter non può e non vuole fare sconti a nessuno, sta trovando motivazioni particolari anche a traguardo praticamente raggiunto. Ricordiamo che in caso di filotto vincente sino al termine del campionato, la banda di Simone Inzaghi chiuderebbe con 103 punti, uno in più della Juventus di Antonio Conte della stagione 2013/14. Contro il Cagliari mancheranno per squalifica Pavard e Lautaro Martinez. Si scaldano Bisseck e Alexis Sanchez, quest'ultimo sembra in pole su Arnautovic per sostituire il Toro dal primo minuto.

Radio Appiano fa trapelare come la squadra sia carica come al solito, pronta alla conquista di altri tre punti, anche se il Cagliari, in piena lotta per la vita, sarà osso durissimo. Giovedì i ragazzi hanno ricevuto alla Pinetina la visita di una leggenda nerazzurra come Sandro Mazzola, 82 anni, ancora pieno d'amore per i colori che hanno contrassegnato la sua vita. Che l'incoraggiamentio del Baffo sia stato da sprone per chi sta scrivendo un'altra pagina meravigliosa del libro chiamato Inter. Insomma, non resta che attendere e mai attesa fu così dolce.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 13 aprile 2024 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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