Troppe spesso nei social volano insulti gratuiti. Parole infamanti scritte quasi sempre da account fasulli. Probabilmente non si è ancora capito, purtroppo, il peso che certe affermazioni possano avere. In positivo o in negativo. Servirebbe probabilmente una legge ad hoc. Proprio perché gli internauti rappresentano una fetta fondamentale della società. E rivolgere epiteti poco carini, magari pure razzisti, solo perché al 99% resti impunito non va comunque bene. Senza se e senza ma. Poi è vero anche che troppo spesso chi è più attivo su internet rispetto ad altri media tradizionali viene considerato meno di quel che si dovrebbe, ma questo è un altro discorso. Tant’è.

Penso che tutti possiamo essere d’accordo che facendo un giro in rete si riesca ad avere la percezione del pensiero di chi sta lontano da te, giusto o sbagliato che sia. Ecco perché oggi mi sembra proprio – a maggior ragione dopo la Supercoppa Italiana vinta con merito dai ragazzi di Inzaghi – che purtroppo ora esistano tante persone che tifano non per la propria squadra del cuore, ma contro l’Inter. Se c’è un episodio dubbio, ma anche al 10%, non una cosa oggettivamente sbagliata, che pende verso i nerazzurri, si grida allo scandalo. E pazienza se regole, immagini e fatti successivi dimostrino poi il contrario. O insinuino quanto meno il tarlo del dubbio. Questa cosa della Marotta League è la scusa perfetta di chi smaltisce le proprie frustrazioni sugli altri.

Io nonostante scriva per un sito tematico dell’Inter – potete crederci o meno – visto che svolgo il mestiere del giornalista e devo per forza essere imparziale, non ho problemi a raccontare la mia verità, che però deve essere il più oggettiva possibile. Se l’Inter gioca bene, scrivo che gioca bene. Se gioca male, scrivo che gioca male. Se è favorita da un errore dell’arbitro lo ammetto senza problemi. Si chiama etica del lavoro. E fidatevi che serve, anche nella vita. Certo, non posso pretendere lo stesso comportamento dai tifosi. Ci mancherebbe. Capisco perfettamente che l’amore per la propria squadra del cuore accechi. Lo sfottò poi è pure bello, però supportare la propria squadra rispetto a sperare che quella avversaria perda, è sicuramente un comportamento migliore, semplicemente più sano, di chi gode solo nei fallimenti altrui. Nel calcio e nella vita.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 26 gennaio 2024 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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