Eh, ma è la Salernitana. Eh, ma ha appena cambiato allenatore. Eh, ma è facile con quasi tutti i titolari. Eh. Certi commenti, se non sono già in circolazione, arriveranno perché bisogna sempre trovare il modo di esorcizzare le proprie paure. E questa Inter fa davvero paura, a prescindere dall'avversario. Il testacoda al Meazza aveva un esito già scritto, inutile girarci intorno. Però quello che va evidenziato dopo un 4-0 senza mezze misure che va abbondantemente stretto ai nerazzurri, ieri in arancione, è il messaggio dato alla squadra e all'ambiente da Simone Inzaghi: niente turn over famelico, giocano i migliori o quelli che stanno meglio. Per pensare all'Atletico Madrid ci sarà tempo. Qualcuno non sarà d'accordo, questione di priorità. L'allenatore ha voluto chiarire che l'Inter non vuole rallentare, non pensa alla classifica delle avversarie, a speculare, ma solo a continuare a vincere, provando ad allargare la distanza con le inseguitrici. Nessuna distrazione, nessuna speranza data alla Salernitana, nessuna scusante ai propri ragazzi. Sarà anche rischioso giocarsi le carte migliori con un impegno europeo di tale portata dietro l'angolo, ma è così che si mantiene alta la soglia della concentrazione, è così che una grande squadra deve ragionare sempre.

Ogni partita merita il massimo rispetto e l'abito buono. E l'Inter è passata rapidamente dalle buone intenzioni ai fatti, aggredendo dal primo minuto i malcapitati campani, ai quali ha lasciato solo la speranza che la serata finisse prima possibile. Un'autentica esibizione di stile per il pubblico del Meazza, numerosissimo anche il venerdì sera e decisamente soddisfatto al fischio finale. Perché si può anche vincere facilmente contro l'ultima in classifica, ma se lo fai divertendo la gente e mantenendo elevatissimo lo standard di qualità tutto viene ulteriormente valorizzato. Si è capito già dai primi minuti come sarebbe andata a finire, quando Thuram da pochi centimetri ha colpito il palo. Ochoa è stato l'ultimo a molare tra i suoi, tenendo in piedi una baracca palesemente barcollante. Ma di fronte a certe ondate color arancione era chiaro che prima o poi il fortino avrebbe ceduto. L'uno-due firmato Thuram e Lautaro è stato solo la logica conseguenza di quanto stava maturando sul rettangolo di gioco, intenzione della squadra era chiaramente chiudere subito il discorso per poi dedicarsi alla panchina, concedendo spazio a chi nei giorni scorsi veniva dato per partente nell'undici titolare. Tutto è andato secondo i piani, ogni giocatore ha offerto il proprio contributo (ha segnato anche Arnautovic, evviva!) e più della stanchezza nelle gambe è rimasta una convinzione ancora più ferrea nella testa di tutti. 

Adesso si potrà pensare all'Atletico Madrid, mentre le inseguitrici dovranno cercare di mantenere il passo della capolista per non arrendersi troppo presto come fatto dalla Salernitana. Arrivare agli ottavi di Champions League con un primato solido e una proposta di calcio che sembra persino valorizzarsi di gara in gara è il miglior biglietto da visita da presentare ai Colchoneros, consapevoli di andare ad affrontare un avversario deluxe, che ha mantenuto la stessa efficacia che l'ha portata a Istanbul lo scorso giugno. Sponda nerazzurra, il discorso è semplice: che sia la Salernitana o l'Atleti, poco importa: la mentalità rimane la stessa. Davvero un bel messaggio. Buon weekend a tutti.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 17 febbraio 2024 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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