"Per come sta in campo, l’Inter riempie gli occhi. Ha un’armonia precisa. Fa un po’ di pressing, attacca con gli esterni, non lascia tanti uomini in zona arretrata". Anche Arrigo Sacchi si è dovuto "arrendere" e ha finalmente applaudito questa straordinaria squadra. Lo ha fatto con un ritardo di oltre 20 mesi perché, pur avendo perso due scudetti alla portata, l'Inter di Simone Inzaghi è stata sempre questa in fondo.

Quella che stiamo vedendo in scena quest'anno è l'Inter di Inzaghi sicuramente più matura e completa, frutto però di un lavoro iniziato tre stagioni fa dopo l'addio di Conte e l'arrivo di Inzaghi in panchina. La prima Inter di Simone Inzaghi ha perso lo scudetto nel testa a testa contro il Milan, ma agli ottavi è andata vicino all'impresa di eliminare il Liverpool dopo aver vinto ad Anfield. Liverpool che poi arriverà in finale e perderà immeritatamente la finale contro il Real Madrid. La seconda Inter di Simone Inzaghi, a causa di un inizio campionato davvero da cancellare, è sempre stata fuori dalla lotta scudetto, ma il percoso in Champions League e la finale giocata alla pari contro il Manchester City (e forse anche qualcosa di più), ha salvato la stagione. Non ci arrivi per caso, anzi. Frutto di un lavoro quotidiano che non si è mai fermato nonostante i momenti difficili e le cadute.

Ora l'Inter di Simone Inzaghi vola verso il suo primo scudetto. Strameritato. E anche Arrigo Sacchi, dopo una "crociata" inspiegabile tra dichiarazioni molto rivedibili, come "il calcio antico" di Inzaghi per citare la più clamorosa, si è dovuto arrendere, complimentandosi con i nerazzurri. All'appello manca ancora qualcuno. C'è chi infatti ancora non ha il coraggio di fare un passo indietro, di ammettere di non averci capito nulla. Ma padre tempo opera, in silenzio. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 19 febbraio 2024 alle 00:00
Autore: Raffaele Caruso
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