Torna la Champions League e scende in campo un'Inter mai così consapevole dei propri mezzi. Talmente consapevole che la sua attitudine potrebbe far pensare all'arroganza: non è così. I nerazzurri sono una squadra vera, un gruppo granitico, che aumenta i giri del motore partita dopo partita.

In campionato, la continuità disarmante di Lautaro e compagni sta fiaccando la resistenza delle rivali: dalla Juve al Milan, tutte si stanno inesorabilmente staccando, con distanze che oggi sono ragguardevoli se si pensa che siamo ancora a febbraio. E che l'Inter ha ancora una partita da recuperare. Proprio quell'asterisco, che in teoria avrebbe dovuto infastidire i nerazzurri, in realtà si è rivelato un jolly in mano a Inzaghi che fra una settimana potrà giocarselo per chiudere forse definitivamente i conti scudetto con larghissimo anticipo.

Però attenzione: questa squadra non è sazia. Anzi, l'impressione che se ne ricava guardando le partite è quella di un gruppo affamato come non mai. Prova ne sia l'enorme incazzatura manifestata da tutti dopo l'eliminazione dalla Coppa Italia ormai di due mesi fa. No, non è l'Inter che fu di Mancini, quella piena zeppa di campioni, che sistematicamente ammazzava il campionato al giro di boa, ma che poi non riusciva a sfruttare il vantaggio domestico in campo europeo. E non è nemmeno l'Inter del primo Mourinho, quella scaraventata fuori dalla Champions agli ottavi dallo United. 

Questa è un'altra Inter, figlia di Anfield, del derby di semifinale e di Istanbul. Questa è un'Inter che non ha blocchi psicologici di alcun tipo, ma sa molto bene come farsi valere anche sul palcoscenico più pregiato, quello della Champions League.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 20 febbraio 2024 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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