Ancora un successo per l'Inter di Simone Inzaghi, ormai una sentenza nelle finali domestiche: non ne sbaglia una. E le vince tutte: di classe, di larga misura, di sofferenza, di voglia, di carattere. Ma sempre meritatamente.

Già se ne sono dette tante su questo Napoli-Inter 0-1, eppure i numeri - che nel calcio non sono tutto - stavolta parlano chiarissimo: Sommer ha effettuato una parata vera in due partite, quella su Kvaratskhelia nel secondo tempo della finale. Stop. Un po' poco per parlare di partita in equilibrio, sempre che si voglia andare oltre il mero risultato. Che conta più di tutto, ma non è e non può essere tutto in un'analisi seria. L'Inter ha creato anche contro il bunker di Mazzarri (avendo un giorno in meno di riposo). Meno rispetto alla Lazio e al Monza? Ovviamente sì, ma non è che se crei 6 palle-gol invece di 20 allora vuol dire che hai fatto male. Ci sono squadre nel campionato italiano, anche di vetta, che 6 palle-gol non le creano nemmeno in 6 partite...

Lautaro segna al 91' e poi alza la Supercoppa nel cielo d'Arabia: gioia meritatissima. Ma è una vittoria con l'asterisco. C'è l'asterisco sulla classifica di Serie A, considerando la gara con l'Atalanta spostata proprio per questo trofeo. E c'è l'asterisco di una squalifica, quella di Barella, che grida vendetta sia per le modalità (nessun fallo e protesta normalissima) che per il contesto (un giallo in una competizione che si riverbera in un'altra). Perché è già campionato per i Supercampioni con l'asterisco

Sezione: Editoriale / Data: Mar 23 gennaio 2024 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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